Dall’incipit del libro:
Ella guardava il fragile fiore che si agitava nelle mani del bel principe: e un sottile brivido di terrore la invadeva lentamente. Ora il bel principe indifferente e freddo aveva fissato il fiore, quasi avesse voluto contarne i petali bianchi, dove si contiene la parola del destino, e avendo cavato dalla tasca un portafoglino molle, di seta rosea, accorciò il gambo del fiore, e lo chiuse fra le pieghe, come in una custodia dolce e sacra. Miss Daisy aveva seguito con lo sguardo tutto ciò, e quando vide sparire il fiore, e poi sparire, nella tasca del petto, la sua rosea custodia, ella ebbe un lieve sospiro di sollievo.
– Morirà, morirà: ha trovato la sua tomba −− ripetette, quasi macchinalmente, la fanciulla inglese.
– Tanto vi fa spavento, la morte? – dimandò don Francesco.
– No: niente – diss’ella, profondamente.
– Parlavamo della morte – soggiunse lui.
E si voltò nel medesimo tempo, quasi per istinto, verso donna Clara, che giungeva, tutta rosea, tutta gloriosa, al braccio di Haiduck.
– Della morte? – esclamò donna Clara, scoppiando a ridere.
– Sì – disse il bel principe, andando con lo sguardo da Daisy a donna Clara, dal fragile stelo di creatura bionda, al fiore magnifico di bellezza bruna, guardando le due ragazze, senza un sorriso, freddamente e serenamente – della morte. Ho proposto qui, a miss Daisy, di considerarci come se fossimo in punto di morte e di confessarci l’un all’altro, come gli antichi cristiani.
– E non ha voluto? – disse donna Clara, aggrottando lievemente le sopracciglie imperiose.
– Non era possibile; – soggiunse il principe – miss Daisy non ha peccati da confessare.
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