Dall’incipit del libro:
Era una famiglia incorreggibilmente discorde , discorde in tutto perfino nel cognome: il padre e il primogenito si firmavano Della Torre con aristocratica pretesa alla discendenza degli antichi rivali dei Visconti; gli altri due figli Martino e Guido si chiamavano semplicemente Torre, alla borghese, come l’avolo, il bisavolo e tutti i loro ascendenti noti; e la signorina Beatrice, attempatuccia, avrebbe volentieri cambiato i due cognomi con qualunque altro. Il vicinato, ch’essi rallegravano cogli scandali dei loro diverbi, li chiamava cani e gatti. Nel quartierino troppo stretto le abitudini più semplici provocavano attriti stridenti, le relazioni famigliari si mutavano in altrettanti scontri, e il desco, come quello dell’Edda, in campo di battaglie quotidiane, ove i battuti oggi tornavano l’indomani più vivi ed animati alla riscossa. Era stata questa la disperazione di donna Marina per trent’ anni, senza un giorno solo di tregua, e proprio fino all’ultimo della sua vita.


