Dall’incipit del libro:
Il ritorno del flebotomo Bossano a Murialto d’As ti avvenne alla vigilia della festa di maggio, e benché seguisse di sera e di nascosto, fu subito segnalato da un complesso di strane commozioni. Come negli antichi misteri il diavolo si annunziava con un forte puzzo di zolfo, così la presenza di questo famigerato perturbatore era tradita dal disordine, suo naturale elemento. La notizia scoppiò come un fulmine nella casa comunale. Un’ora dopo il tramonto per il paese non se ne sapeva nulla. In piazza la solita funzione era quasi compiuta: il maggio era calato nella buca e rizzava la sua vetta di pino davanti l’arme di Murialto, i tre simbolici cucuzzoli color d’ocria dipinti sul muro; i sei abati della cerimonia avevano fatto torno torno ciascuno il suo giro pestando coscienziosamente per riassodare il terreno, mentre il clarino gemeva il motivo tradizionale: due strilli acuti e una cadenza grave, — e il coro cantava negli intervalli, colle stesse modulazioni, il ritornello:
Evviva maggio
Ritorna maggio
Ben venga maggio


