Volume Secondo

Di Salimbene de Adam ci è giunta solo una copia, parzialmente mutila, della sua Cronica, scritta in un latino che spesso muta in volgare, ricchissima di racconti e notizie, tanto da farne una delle fonti storiche più interessanti per il secolo XIII. L’autore attinse largamente dalla Cronica Universalis di Sicardo, di poco precedente.

Si tratta di una cronaca della vita religiosa e politica italiana dei 120 anni che vanno dal 1168 al 1287, scritta con uno stile molto personale, dal quale traspaiono le caratteristiche di un autore complesso e multiforme: colto e vicino al volgo, spirituale e focoso, attento alla storia e cultore della Bibbia. Diversi dettagli rivelano le sue conoscenze contadine: ad esempio la calura che danneggia il frumento, o i mandorli, che in Provenza avevano già i frutti mentre a Genova erano ancora in fiore. È un’opera tanto viva quanto storicamente importante: restituisce in modo vivido il flagello delle guerre nello scontro tra Chiesa ed Impero, tratteggia le figure di papi e cardinali come di donne e popolani, mendicanti e profeti, tutti visti da lui da vicino.

Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Salimbene_de_Adam

Dall’incipit del libro:

L’anno del Signore 1266, Re Carlo passò il ponte di Ceprano col suo esercito per andare contro Manfredi Principe, di Puglia e Sicilia, figlio dell’Imperatore deposto Federico II; poi Re Carlo coll’esercito passò il ponte di S. Germano, ed entrò di forza in S. Germano; agli 11 di Febbraio prese Capua, poscia sconfisse Manfredi e l’esercito di lui presso Benevento. Il qual Manfredi cadde morto con tremila de’ suoi, tra cui il Conte Galvano, Annibale nipote del Cardinale Riccardo, Enrico Marchese di Scipione, nipote di Uberto Pallavicini, e molti altri Baroni; e Manfredi fu sepolto appiè del ponte di Benevento, un venerdì 26 Febbraio. Fu anche presa la moglie di Manfredi con due suoi figliuoli e con tutto il tesoro in Manfredonia. (Questa città la fabbricò Manfredi, e le impose il proprio nome; e fu fondata in vece di un’altra città, che si chiamava Siponto, a due miglia di distanza; e, se il Principe viveva pochi anni ancora, sarebbe diventata una delle più cospicue città del mondo. È tutta murata in giro, come dicono, ed ha un porto sicurissimo; è alle radici del monte Gargano; la strada principale è già abitata; sono già poste le fondamenta delle case nelle altre strade, che sono larghissime, e aggiungono molto alla bellezza della città. Ma Re Carlo l’ha tanto in uggia, che non la vuol nemmeno sentir nominare, anzi vuole che si chiami Siponto nuova). Nella stessa battaglia restò prigioniero anche il Conte Giordano e Pietro Asino di Fiorenza, e molti altri rimasero morti sul campo. Il Principe Manfredi però ebbe alcune buone qualità, di cui ho parlato a sufficienza nel lavoro che feci intorno a Gregorio X. E ciò ridico perchè lo storiografo deve essere imparziale, sicchè d’una persona non dica soltanto il male, e ne tacia il bene.

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titolo:
Cronaca di fra Salimbene parmigiano dell'ordine dei Minori
sottotitolo:
Volume Secondo
titolo per ordinamento:
Cronaca di fra Salimbene parmigiano dell'ordine dei Minori
autore:
opera di riferimento:
Cronaca di fra Salimbene parmigiano dell'ordine dei Minori / volgarizzata da Carlo Cantarelli sull'edizione unica del 1857 ; corredata di note e di un ampio indice per materie. - Parma : L. Battei, 1882. - 2 v. ; 19 cm
licenza:

data pubblicazione:
17 dicembre 2019
opera elenco:
C
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
traduzione:
Carlo Cantarelli