Sperone Speroni nacque a Padova nel 1500, figlio di Bernardino Speroni degli Alvarotti e di Lucia Contarini. A diciotto anni conseguì, sempre a Padova, la laurea in artibus, ed entrò a far parte del Sacro collegio degli artisti e medici.
Si dedicò in seguito alla filosofia, acquisendo la cattedra di Logica presso lo Studio padovano. Si trasferì poi a Bologna per seguire le lezioni di Pietro Pomponazzi. Alla morte di quest’ultimo Speroni fece ritorno a Padova, dove per tre anni tenne la cattedra straordinaria di filosofia.
Si dedicò contemporaneamente anche alla letteratura: pubblicò nel 1542, a Venezia, i Dialoghi (Dell’invenzione, Dell’amore, Della discordia, Della vita attiva e contemplativa, ecc.), tra cui si ricordano i celebri Dialogo delle lingue e Dialogo della retorica, nei quali lo scrittore riprende e sviluppa le dottrine del Bembo (il primo di questi dialoghi sarà la fonte delle polemiche dei poeti della Pléiade in difesa del volgare francese).
Partecipò alle discussioni tenute nell’Accademia degli Infiammati, per cui compose la tragedia Canace, pubblicata a Firenze nel 1546, in cui, sulla stessa linea dei Dialoghi, si fa propugnatore e legislatore del gusto classicistico e della poetica aristotelica. L’opera, composta con gli stessi intendimenti dell’Orbecche del
Girali Cinzio, ad essa contemporanea, suscitò molte polemiche, che l’autore cercò di sedare con l’Apologia, scritta quattro anni dopo, nel 1550, e rimasta incompiuta.
Nel 1560 si trasferì a Roma, dove rimase fino al 1564 e dove strinse un forte legame d’amicizia con Annibal Caro; qui partecipò attivamente alle riunioni dell’Accademia delle Notti Vaticane. Tornò quindi definitivamente a Padova, dove scrisse i discorsi Su Dante, Sull’Eneide, Sull’Orlando furioso e il Dialogo della istoria. Realizzò anche scritti sulla tragedia.
Morì a Padova nel 1588.
Note biografiche a cura di Sara Ciccolini.