Scritta nel 1839 fa parte delle novelle ispirate a cronache italiane del Rinascimento. Stendhal ricerca nella storia italiana esempi di “energia”, cioè di passionalità e di istinto. In particolare, per quanto riguarda l’amore e le figure femminili, l’Italia gli offre il motivo di una ricostruzione ideale di un Rinascimento ricco di individualità e di lotte.
Dall’incipit del libro:
Il melodramma italiano ci ha mostrato così spesso i briganti del Cinquecento, e tanta gente ne ha parlato, senza conoscerli, che noi abbiamo intorno ad essi le idee più false.
Si può dire, in generale, che i briganti costituirono l'”opposizione” contro gli atroci governi che in Italia succedettero alle repubbliche del Medioevo. Il nuovo tiranno fu di solito il più ricco cittadino della defunta repubblica, il quale, per accattivarsi il favore del basso popolo, ornava la città di splendide chiese e di bei quadri. Tali furono i Polentani di Ravenna, i Manfredi di Faenza, i Riaro di Imola, gli Scaligeri di Verona, i Bentivoglio di Bologna, i Visconti di Milano, e finalmente i meno bellicosi e i più ipocriti di tutti, i Medici di Firenze. Nessuno tra gli storici di questi piccoli stati ha avuto il coraggio di raccontare gli avvelenamenti e gli innumerevoli assassinii ordinati dalla paura che tormentava quei tirannelli: quei pesanti storici erano al loro soldo.




