Dall’incipit del libro:
Euripide in Medea , e lo cita Giovanni Stobeo nel Sermone 71, di maniera si mostra nimico delle donne, ch’egli dice che qualunque il qual cessa di dir male delle donne sarà chiamato infelice e imprudente. La qual sentenza quanto sia ingiusta e maladetta non mi affaticherò di dimostrarlo: ben dirò che chi maledirà la donna sarà da Dio maledetto, il quale maledice, come è scritto nel Genesi cap. 12, quelli che maledicono le persone pie; ma quanto sia la donna pia nel suo luoco a pieno lo dimostreremo. Ora qual prudente e saggio uomo può o vuole dire ma le della donna, la quale merita tanti onori e tante lodi? La quale è, come dice San Paolo nella prima Pistola a li Corinti , cap. 2, la gloria dell’uomo? La quale è, come si legge nel Genesi cap. 1, un aiuto dell’uomo fatto alla similitudine di quello, e osso dell’ossa, e carne della carne dell’ uomo? La quale ha portato nuove mesi nel [1v] suo corpo quello? La qual, dico, è, come referisce Giovanni Stobeo nel Sermone 65, la restaurazione dell’umana generazione, senza la quale ella tosto perirebbe? La qual cosa conoscendo l’edificator di Roma, come narra Alberto de Eib nella sua Malgherita poetica nell’orazione 17, e il Casseneo nella 2ª parte della Gloria del mondo nella considerazione 38, non dubitò far grandissima guerra con Sabini per causa di aver donne, imperoché egli conosceva che il suo imperio era per durare pocchissimi giorni, s’in quello non fossero state donne.


