La Tempesta, dramma di G. Shakspeare, recato in versi italiani da Michele Leoni di Parma.

La tempesta (The Tempest) è una commedia drammatica in cinque atti scritta da William Shakespeare tra il 1610 e il 1611. Ambientata su un’isola imprecisata del Mediterraneo, racconta la vicenda di Prospero, duca di Milano in esilio, che trama per riportare sua figlia Miranda al posto che le spetta, utilizzando illusioni e manipolazioni magiche.

Antonio, fratello di Prospero e usurpatore del ducato, Alfonso, Re di Napoli e complice di Antonio nella deposizione di Prospero e Ferdinando, figlio del Re Alfonso, stanno navigando per il mare in ritorno da Cartagine, quando vengono travolti da una tempesta invocata dallo stesso Prospero. La tempesta li fa naufragare, incolumi, sull’isola. Qui, attraverso la magia e con l’aiuto del suo servo Ariel, uno spirito dell’aria, Prospero riesce a smascherare l’animo meschino di Antonio, a redimere il Re e a far innamorare e sposare sua figlia Miranda con il principe di Napoli Ferdinando.

La narrazione è tutta incentrata sulla figura di Prospero e sulla sua abilità di tessere trame e piegare eventi e personaggi a suo favore.

È tradizionalmente ritenuta la penultima opera di William Shakespeare, l’ultima scritta da solo. Il monologo finale con il quale Prospero annuncia di abbandonare la magia, per riconciliarsi con se stesso e la società, da molti studiosi viene ritenuto l’addio di Shakespeare al teatro.

Dall’incipit del libro:

IL CAPITANO
Contromastro!

IL CONTROMASTRO
Signor! Qual via ne resta?

IL CAPITANO
Qual? raddoppiar lo zelo e la fatica;
O il legno più non si contien dagli urti.
A’marinaj ragionar vuolsi aperto.( )

IL CONTROMASTRO
– Compagni, a me. Fatevi ardir; su via:
Cor saldo e pronta man. Tutte, le vele
Sien della gabbia pria strette all’antenna;
Poscia del Mastro al fischio orecchio attento. –
Soffia, e imperversa pur, turbo maligno;
Ché dove loco all’esercizio resti,
Poter non hai che di vigor ne spogli.( )

ALONZO
– Ti adopra, sì; nè ti ritrar dall’opra. –
La tempesta è in furor.( ) Fate ch’io vegga
Sin dove giunger può l’animo e l’arte.

IL CONTROMASTRO
– Lunge gl’inciampi: orsù, sgombrate il ponte.

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titolo:
La tempesta [Niccolo Capurro, 1815]
titolo per ordinamento:
tempesta (La) [Niccolo Capurro, 1815]
autore:
opera di riferimento:
La Tempesta dramma di G. Shakspeare recato in versi italiani da Michele Leoni di Parma. - Pisa : presso Niccolo Capurro, 1815. - 160 p. ; 8o.
licenza:

data pubblicazione:
9 settembre 2008
opera elenco:
T
soggetto BISAC:
FICTION / Classici
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Stefano D’Urso, mc6008@mclink.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Mario Lanzino, mlanzino@inwind.it
traduzione:
Leoni, Michele