Per gentile concessione del prof. Goffredo Raponi (cenni biografici) che ha curato traduzione e note. Il testo è stato realizzato in collaborazione con l’associazione “Festina Lente C.I.R.S.A.“.
Dall’incipit del libro:
Prima di tutto una parola sul titolo. Questa commed ia è passata da sempre sui teatri italiani col titolo di “ Le allegre comari di Windsor” , dando l’idea, a chi leggesse solo il titolo, che si tratti di qualcosa che abbia a che fare con affari di donnicciuole intriganti e pettegole, questo essendo il significato italiano corrente di “comare”: “appellativo scherzoso o spregiativo per donna curiosa o pettegola”(Dizionario Garzanti, alla voce); e per giunta “allegre”, aggettivo che, unito a “comari” è nell’uso corrente sinonimo di “leggere”. L’equivalente inglese di “comare” è “ gossip ”; e, senza scomodare lessici, per Shakespeare “ gossip ” è il tipo di donna che egli stesso delinea nel “ Mercante di Venezia ” quando fa dire a Solanio (III, 1, vv. 7-10): “ I would she were as lying in that, as ever knapp’d ginger or made her neighbours believe she wept for the death of a third husband ”. Solanio si riferisce a quello che il suo interlocutore Sale rio ha chiamato “ my gossip report ”, “quello che racconta la mia comare”, circa la catastrofe che ha colpito in mare le navi dell’amico Antonio, e risponde: “Sarebbe meglio che quella comare / si fosse dimostrata in questo caso / altrettanto bugiarda / di quando nega di masticar zenzero / o quando vuol far credere ai vicini / d’aver versato lacrime d’amore / sulla morte del suo terzo marito” .


