Alighiero Tanini nacque a Mercedes (Paraguay) il 10 marzo 1889, uno dei quattro figli di Giulio Tanini (vedi) e Adele Burgetti (Kepler, Dickens e Bronzetti i nomi dei suoi tre fratelli).
Giunto in Italia, aderisce al movimento anarchico nel 1906. Nel 1911 collabora, da Genova e da Losanna, a Il Libertario, al quale invia nel 1912 alcuni articoli su Ettore Giovannitti e su Burtzeff.
L’anno seguente intensifica da Losanna la sua collaborazione al giornale di Binazzi, che spesso pubblica in prima pagina i suoi “pezzi”.
Tra questi ricordiamo
- La follia collettiva (30 gennaio 1913), in cui Tanini simpatizza con il “militarismo borghese balcanico”, “portavoce cosciente, diremmo quasi barbaramente rivoluzionario di interessi umani non trascurabili, anzi addirittura impellenti”;
- La politica dell’Italia nell’attuale momento storico (febbraio 1913), dove giudica la politica estera di Giolitti reazionaria e austriacante, nonché subdola e traditrice;
- Abbasso la ghigliottina del 13 febbraio 1913, nel quale leva la protesta in nome dell’umanità , contro le condanne a morte che la Francia sta per infliggere a Raymond Callemin e ad altri membri della banda Bonnot, pur prendendo le distanze dal gruppo di banditi sedicenti anarchici “che hanno scelto di definirsi tali per coprire i loro crimini sotto la bandiera bella e purissima di un ideale filosofico e umanitario che conta a legione i martiri e gli eroi, che conta nel suo seno scienziati e dotti universalmente ammirati per le loro opere benefiche e sublimi in pro dell’umanita sofferente…”.
Nel 1914 abita a Genova insieme ad un’esule russa, la “nota terrorista e propagandista” Eugenia Adassonsky, sedicente Tomanoff, giunta con lui da Losanna. Tradusse il testo di Vera Fignier Le carceri russe.
Morì a Torino il 9 novembre 1923 probabilmente in seguito a malattia susseguente a ferite riportate in guerra.
Fonti:
- Dizionario biografico degli anarchici Italiani. BFS edizioni, Pisa, 2003-2004.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti.