Dall’incipit del libro:
CAPITOLO I
Giulio chiamò il fratello:
– Niccolò! Déstati! Quegli fece una specie di grugnito, bestemmiò, si tirò più giù la tesa del cappello; e richiuse gli occhi. Stava accoccolato su una sedia, con le mani in tasca dei calzoni e la testa appoggiata a uno scaffale della libreria; vicino a una cassapanca antica, che tenevano lì in mostra per i forestieri; tutta ingombra di vasi, di piatti e di pitture.
– Ohé! Non ti vergogni a dormire! È tutta la mattin a! Fai rabbia! Niccolò, allora, si sdrusciò forte le labbra e aprì gli occhi, guardando il fratello.
– Ma che vuoi? Io, fino all’ora di mangiare, dormo!
– Volevo dirti che io devo andare alla banca! Stamani, c’è un rinnovo. Niccolò fece una sbuffata e rispose:
– Vai! C’era bisogno di destarmi?
– Alla bottega chi ci bada?
– A quest’ora, non viene nessun imbecille a comprare i libri! Vai! Ci bado io! Niccolò, mentre il fratello cercava il tubino, si alzò, giunse fino alla porta, come se avesse voluto mettersi a correre, prendendo lo slancio; e tornò a dietro, rincantucciandosi a sedere.


