Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito Biblioteca Nazionale Braidense (http://www.braidense.it/).
Dall’incipit del libro:
— Avete preparata la camera di Germano?
— Pronta; tutto in ordine.
— Come l’altra volta! E poi, mancavano l’asciugamano ed il sapone.
— La gatta frettolosa ha messo al mondo i gattini ciechi. La sollecitudine, la sveltezza che sono un merito, qualche volta possono parere un difetto.
— Nena! Nena! Voi ci siete sovente alle sbad ataggini. Eppure gli anni della pazzia sono passati.
— Eh, cara padrona, egli è che son venuti gli anni, ma non la pazzia. È Germano che ha il cuore ne le rose. Dio glie lo mantenga. In un retrobottega ampio e pulito, illuminato da una finestra e da una porta a vetri che metteva in giardino, avveniva questo dialogo fra la signora Armanda, padrona, agiata bottegaia, e Nena, la vecchia serva confidente , per la quale, si può dire, non erano nè segreti, nè cassetti, tanto le due donne che s’eran viste giovanette, avevano finito a lungo andare per farsi intime. La signora Armanda, vedova da parecchi anni, se guitando a tenere il figlio Germano in continente agli studi, s’era messa arditamente a capo d’ ogni cosa e la bottega rizzata con tante pene e tante abnegazioni dal marito, ora assortita di tutti i generi, era diventata la prima del paese. Chi per altro le riusciva di validissimo appoggio era Pierotto, il commesso; un gobbo astuto insieme ed onesto, che avendo la mania della specula zione s’era messo a capofitto negli affari e sapeva sì bene destreggiarsi da non esser cosa che non gli venisse d’incanto.


