Lejba (Lev) Davidovič Bronštein nasce il 7 novembre 1879 a Janovka in Ucraina in una famiglia agricola di fattori analfabeti – certamente il padre, mentre la madre pare leggesse con una certa fatica – ma benestanti, di religione ebraica.
Inizia il suo regolare corso di studi nel 1884 frequentando un collegio di buon nome, dimostrando un’intelligenza vivace che gli consentirà di accelerare notevolmente il percorso scolastico. Tuttavia nel 1887 la stretta reazionaria del governo russo e la moltiplicazione dei pogrom creano difficoltà alle minoranze e l’ammissione degli ebrei alle università è limitata al 5% del totale degli studenti. Contemporaneamente lo sviluppo in direzione capitalista della Russia porta la presenza dei capitali esteri a circa un terzo del totale del capitale investito.
Nel 1891 il giovanissimo Lejba trovandosi in dissidio con la famiglia fugge da casa. Era l’anno della grande carestia. Il padre lo insegue e lo ritrova, pare con l’aiuto dei cani, e lo riporta a casa. Nel 1894 sale al trono Nicola II e almeno temporaneamente le condizioni di vita dei contadini e degli ebrei tendono a migliorare. L’anno successivo Lejba si iscrive all’università di Odessa alla facoltà di diritto. Comincia qui il suo interessamento alle tematiche politiche e sociali e nel 1896 entra a far parte di un circolo rivoluzionario pur su posizioni nettamente populiste. Conosce anche la futura moglie Aleksandra Sokolovskaja che lo induce ad avvicinarsi alle posizioni marxiste. Ancora nel gennaio 1897 si dichiara antimarxista (pur non avendo letto ancora nulla di questo filosofo), ma nel novembre dello stesso anno la sua posizione è completamente mutata in direzione marxista. Momentaneamente le agitazioni popolari vengono sedate con il passaggio della giornata media lavorativa da 14 ore a 11 ore. Nel 1898 si sposa, con rito civile, con Aleksandra Sokolovskaja.
Il pensiero marxista inizia a diffondersi ampiamente in Russia, grazie anche agli sforzi del gruppo per l’emancipazione dal lavoro – fondato a Ginevra nel 1884 da Plekhanov – e dell’Unione di lotta per la liberazione della classe operaia, fondata quest’ultima da Lenin nel 1895 a Pietroburgo. I due gruppi confluiscono nel Partito operaio socialdemocratico russo nel 1899 e Lejba si distingue per le capacità di mediazione tra i due gruppi. Nello stesso anno nasce il suo primo figlio, ma Lejba viene arrestato e deportato in Siberia nel maggio dell’anno successivo. Moglie e figlio lo seguono.
A dicembre del 1901 però riesce a fuggire dalla Siberia con la famiglia e a riparare in Inghilterra con passaporto falso. Il passaporto è intestato a Lev Davidovič Trockij che da questo momento resterà il suo nome.
Ma già dal 1900 la grande recessione aveva colpito il paese inducendo dapprima le avanguardie e poi sempre maggiori strati di popolazione a porre all’ordine del giorno la necessità di una rivoluzione e le misure operative per prepararla. A maggio del 1902 si separa dalla moglie.
A Londra Trockij inizia a collaborare con l’”Iskra” e frequenta la casa dei coniugi Ul’janov. In Russia nel frattempo i vari gruppi populisti si riuniscono nel Partito socialista rivoluzionario che non disdegna pratiche di terrorismo individuale. Nel 1903 si tiene il II congresso del POSDR (Partito Operaio Socialdemocratico Russo), e ha luogo la scissione tra bolscevichi guidati da Plechanov e Lenin e i menscevichi il cui leader era Martov. Plechanov tenta, contro la volontà di Lenin, di riconciliare e mediare le due posizioni, ma la frattura si consuma nonostante la componente dei “conciliatori” fosse numerosa. Al termine del congresso Trockij si schiera con i menscevichi. Sempre nel 1903 Natalia Sedova diviene la sua compagna. La frattura prosegue e si acuisce al punto che all’inizio del 1904 Lenin chiede la convocazione di un terzo congresso.
Cresce la volontà rivoluzionaria del proletariato nonostante i profondi dissidi tra correnti e gruppi spesso in netta opposizione tra loro. Le conseguenze negative della guerra russo-nipponica si fanno sentire e lo stesso pope Gapon si pone alla testa dei pacifisti mentre cresce anche l’opposizione della borghesia liberale alla politica zarista con la nascita di alcuni raggruppamenti tra i quali l’Unione della liberazione di P. Struve. Fin dal gennaio 1905 i fermenti rivoluzionari portano i militanti delle varie fazioni a dover tradurre in prassi le proprie teorie politiche. Sono noti gli episodi della “domenica rossa” (il 22 gennaio): l’ammutinamento della corazzata Potëmkin (episodio reso poi celebre dal notissimo film) e la ribellione della guarnigione di Kronštadt. Ma è il dilagare degli scioperi e manifestazioni che induce i bolscevichi, da Londra, a provare ad inserirsi nella rivoluzione democratico-borghese per condurla sui binari della rivoluzione proletaria.
A febbraio Trockij rientra in Russia e gli viene affidato l’incarico di presidente del soviet di Pietroburgo. In agosto lo zar promette la costituzione di una Duma legislativa. Lenin ritiene mistificatorio il progetto elettorale teso a distogliere la volontà delle masse dall’idea rivoluzionaria. Trockij si dimostra instancabile agitatore e propagandista, ma nel novembre lo stesso Lenin si rende conto che le possibilità di conquista del potere da parte del proletariato sono quasi nulle.
Trockij viene nuovamente arrestato nel marzo del 1906 ma evita la deportazione riuscendo a fuggire in Austria stabilendosi a Vienna. Le forze moderate confluiscono verso lo zar e l’intransigenza rivoluzionaria di Lenin appare isolata. Ma la rivoluzione del 1905 riveste comunque grande importanza storica per aver dimostrato la possibilità di intesa tra proletariato urbano e rurale. Per questo l’azione governativa è tesa a staccare i contadini ricchi da una possibile alleanza rivoluzionaria riconducendoli ad essere i naturali alleati degli aristocratici. Una nuova legge promulgata a novembre dal primo ministro Stolypin facilita la cessione a prezzi favorevoli dei territori del demanio coltivati e costringe le banche ad accordare prestiti con interessi molto bassi finalizzati ad ampliamento e miglioramento delle aziende agricole.
Trockij a Vienna collabora all’“Arbeiter Zeitung” e i suoi articoli vengono clandestinamente diffusi in Russia. Nel giugno del 1907 viene sciolta anche la seconda Duma, gli interessi agevolati triplicano e i contadini sono costretti a vendere ai Kulaki, cioè ai contadini ricchi, portando a compimento l’idea di Stolypin. Inizia quindi anche un processo di urbanizzazione dei contadini poveri.
Trockij si reca a Zurigo nel febbraio del 1908 e inizia a collaborare alla “Pravda” e a propugnare l’idea che il rapido sviluppo industriale sia in grado di fornire i presupposti indispensabili per la rivoluzione socialista. Nel 1909 si reca a Parigi e in Spagna. Nel frattempo in Russia Stolypin riesce a inimicarsi sia le forze di sinistra, soprattutto per il nuovo acuirsi della politica repressiva, che quelle più reazionarie che sono assolutamente contrarie alle riforme economiche. Al congresso socialdemocratico di Copenhagen Trockij cerca ancora di mediare tra bolscevichi e menscevichi ma soprattutto propone il primo embrione della teoria della rivoluzione permanente: la Russia può fare leva sulla sua posizione economicamente arretrata per scavalcare la fase della rivoluzione liberale-borghese e approdare direttamente alla rivoluzione socialista instaurando un governo dei lavoratori nonostante l’arretratezza politica dei contadini rispetto al proletariato urbano. Nell’ottobre del 1911 avviene l’assassinio del primo ministro Stolypin.
Nel 1912 Lenin sembra interessato alle posizioni di Trockij ma a maggio rompe definitivamente con i menscevichi e fonda il suo partito. Nella quarta Duma i bolscevichi ottengono la maggioranza assoluta e questo certamente è fatto non secondario in vista di un favorevole approccio di chi nei fatti detiene il potere all’idea di scatenamento di una guerra che avrebbe l’esito di stroncare le velleità rivoluzionarie. Infatti, quando il 28 giugno 1914 avviene l’attentato di Sarajevo contro l’erede al trono di Austria-Ungheria, la Russia è il primo stato europeo a decidere per la mobilitazione generale. A novembre l’entrata in guerra della Turchia esclude la Russia dall’area mediterranea e da un contatto diretto con gli alleati e l’offensiva austro-tedesca la obbliga a ritirarsi dalla Polonia e dalla Lituania.
Nel frattempo Trockij pubblica a Zurigo Der Krieg und die Internationale e, nel settembre del 1915 incontra Lenin al convegno pacifista di Zummerwald. La guerra acuisce i dissidi tra i socialisti russi, in particolare con la separazione del gruppo di Plechanov “Union Sacrée”. Nell’aprile del 1916 Lenin e Trockij si incontrano nuovamente alla conferenza dei socialisti pacifisti organizzata a Kienthal. Subito dopo Trockij parte per gli Stati Uniti mentre Lenin rimane in Svizzera. Nel 1917, favoriti dalle sconfitte dell’esercito russo sul fronte germanico, dilagano scioperi e manifestazioni popolari e si sviluppa una più compiuta maturazione delle idee rivoluzionarie. Questa ondata porta all’insurrezione del marzo 1917 (febbraio secondo il calendario ortodosso) che provoca il crollo del vecchio regime con l’abdicazione dello zar Nicola II. Il governo che si insedia è sostenuto da liberali, menscevichi e socialisti rivoluzionari, e decide per il proseguimento della guerra contro gli imperi centrali. Ma l’esito dell’offensiva contro i tedeschi è disastroso ed è causa di nuove manifestazioni pacifiste questa volta organizzate e sostenute dai bolscevichi. Il governo reprime queste sommosse con numerosi arresti e Lenin ripara in Finlandia. Il governo Kerenskij viene rovesciato nei giorni 7-8 novembre (ma il calendario ortodosso indica 25-26 ottobre per cui l’evento è passato alla storia come Rivoluzione d’ottobre).
A luglio Trockij – che era stato internato a Malibax in Canada – riesce a rientrare a Pietrogrado ed entra definitivamente nel partito bolscevico; al momento della rivoluzione entra a far parte del primo Consiglio dei Commissari del popolo. Come commissario per gli affari esteri firma i preliminari della pace di Brest-Litovsk, definitivamente ratificata il 3 marzo 1918. Questa firma è il segnale dell’adeguamento di Trockij all’idea della politica estera di Lenin. Trockij confidava in realtà sulle ripercussioni favorevoli alla spinta rivoluzionaria perché questa si propagasse alla Germania. Ma la situazione militare russa aveva continuato ad aggravarsi.
Numerose opere di Trockij vengono pubblicate in Russia all’inizio del 1918 e dopo la pace viene nominato commissario per la guerra e riesce a coagulare attorno all’Armata Rossa i vecchi ufficiali zaristi amalgamandoli con i giovani capi rivoluzionari. Si prepara così ad affrontare la guerra civile fronteggiando l’Armata Bianca capeggiata dall’ex generale zarista Denikin. Ai successi iniziali dell’Armata Rossa con la presa di Kiev nel febbraio 1919 subentrano le sconfitte culminate nell’estate dello stesso anno con i successi della controffensiva di Denikin. Determinante per garantire i successi militari dell’Armata Rossa l’apporto della Machnovščyna (vedi, in questa stessa biblioteca Manuzio, il libro di Pëtr Andreevič Aršinov Storia del movimento machnovista https://liberliber.it/autori/autori-a/petr-andreevic-arsinov/storia-del-movimento-machnovista/) miseramente tradita subito dopo. Nel 1920 Trockij scrive Terrorismo e Comunismo che nello stesso anno viene pubblicato a Mosca.
Il movimento rivoluzionario in Austria Germania e Ungheria declina rapidamente e con esso la credibilità della teoria della rivoluzione permanente che resta nella mente di Trockij il principale obiettivo. Nel 1921 le speranze di cambiamento in direzione socialista subiscono un nuovo e probabilmente definitivo colpo con il soffocamento nel sangue da parte dell’Armata Rossa e con la direzione dello stesso Trockij della rivolta di Kronštadt: lo scopo di questa rivolta era di opporsi alla degenerazione bolscevica verso uno stato autoritario che rinnegava ormai i principi della stessa rivoluzione per la quale i marinai di Kronštadt avevano dato un apporto decisivo, riconosciuto dallo stesso Trockij. Nello stesso anno, il 12 marzo, avviene il trattato di Riga in seguito al quale lo stato sovietico rinuncia all’Ucraina occidentale e alla maggior parte della Bielorussia. Nel 1922 Trockij pubblica Millenovecentocinque e il 30 dicembre viene proclamata la costituzione della Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Nel 1923 Trockij pubblica Letteratura e Rivoluzione concepito inizialmente come introduzione a un volume di scritti letterari e divenuto poi un saggio più organico sulle tendenze artistiche post-rivoluzionarie, tra le quali il futurismo e l’opera poetica di Majakovskij. Il saggio ha alla base la tesi che l’universalismo della cultura è una falsità suggerita dalle necessità delle vecchie classi dominanti.
Nel 1924 viene pubblicata contemporaneamente a Milano e Mosca la sua biografia di Lenin. Dopo la morte del capo carismatico della rivoluzione, e nonostante le asserzioni del famoso testamento di Lenin, Trockij viene progressivamente emarginato dal partito e isolato dai vertici dello stesso. A ottobre dello stesso anno viene pubblicato Lezioni di Ottobre dove il distacco di Trockij dall’ortodossia dominante, che sempre più andava identificandosi nella figura di Stalin, è più marcato. Stalin stesso viene definito in quelle pagine “burocrate termidoriano”. Quindi nel gennaio del 1925 Trockij viene destituito dall’incarico di commissario di guerra su indicazioni di Stalin recepite dall’apparato di partito. Nell’ottobre del 1926 viene espulso dal Politburo. Tuttavia il partito si trova in difficoltà a causa di una grande manifestazione popolare in occasione dell’anniversario della rivoluzione, manifestazione che evidenzia un caloroso appoggio a Trockij. Si forma quindi un’opposizione capeggiata da Zinov’ev e Kamenev che vorrebbe contrastare la burocratizzazione dello stato e il suo rafforzamento senza limiti che pregiudica la transizione al socialismo, e che inoltre non giudica positivamente il progressivo acquiescente adattamento alle condizioni della politica capitalistica internazionale. Ma dopo il XIV congresso tutta l’opposizione di sinistra viene estromessa da ogni incarico, dal Politburo e dal Comitato Centrale, – Zinov’ev e Trockij espulsi dal partito nel novembre del 1927 – e Stalin può imporre la sua idea teorica di “socialismo in un paese solo” contrapposta alla teoria della “rivoluzione permanente”. Trockij viene deportato ad Alma Ata e nel gennaio del 1928 condannato a 10 anni di confino nel Kazakistan. Ma i suoi sostenitori sono ancora numerosi e chiedono la revisione del processo. Nonostante questo, rafforzandosi il potere stalinista che stava per imporre la sua egemonia con il sangue e il terrore delle “grandi purghe”, a gennaio del 1929 Trockij viene espulso dall’Unione Sovietica. Si stabilisce prima a Costantinopoli e poi a Berlino. Qui pubblica, nel 1930, l’Autobiografia e La Rivoluzione permanente. Nello stesso anno a Parigi viene pubblicata La terza internazionale dopo Lenin. L’anno successivo viene pubblicata a Berlino la Storia della rivoluzione russa. In Francia viene fondata la IV Internazionale (inizialmente con il nome di Opposizione di sinistra internazionale e poi International Communist League) conseguente all’uscita della componente Trockijsta dalla III Internazionale da dove peraltro il semplice sospetto di appartenenza all’opposizione di sinistra comportava l’immediata espulsione. Trockij si stabilisce quindi in Francia e la sua vicenda suscita dibattito e turbolenze all’interno dei partiti comunisti. Basta ricordare qui la vicenda della componente di sinistra dell’Ufficio Politico del PCd’I, formata da Tresso, Leonetti e Ravazzoli.
Nel 1935 recandosi a Parigi rimane coinvolto in un incidente automobilistico, probabilmente a scopo di attentato. Continua a combattere lo stalinismo accusato di aver tradito la causa del proletariato per costruire uno stato burocratico e antidemocratico. Dopo la firma del patto franco-sovietico da parte di Laval, Trockij viene espulso dalla Francia. Nel 1936 è in Norvegia ma a gennaio del 1937 si trasferisce in Messico. La sensazione di sentirsi in pericolo è sempre più concreta e Trockij vive in pratica in una fortezza protetto da un consistente servizio d’ordine. A New York viene data alle stampe La rivoluzione tradita. Nel 1938 viene formalizzata la fondazione della IV Internazionale.
Nonostante i provvedimenti e le precauzioni, la “longa manus” di Stalin ha infine la meglio e il sicario Jack Mornard (falsa identità che copriva quella di Jaime Ramón Marcader) che era riuscito a guadagnarsi la fiducia di Trockij, lo uccide colpendolo con un piccone nella sua residenza di Coyoacan. Trockij muore il giorno successivo all’attentato, il 21 agosto 1940. Non era stato il primo tentativo di ucciderlo: nel maggio sempre del 1940 Trockij era fortunosamente sfuggito a un attacco armato organizzato dal celebre pittore stalinista Siqueiros. L’anno successivo a New York fu pubblicata la sua biografia di Stalin, aspra, dettagliata, pungente ma che resta forse la testimonianza più completa e realista sulla vita e l’azione dello spietato dittatore georgiano.
Nel 1972 il regista Losey girò il film L’assassinio di Trockij con Richard Burton nei panni di Trockij e Alain Delon in quelli del suo assassino.
Fonti:
- L. Trockij, La mia vita: tentativo di autobiografia. Milano 1933.
- I. Deutscher, Il profeta armato. Milano 1956.
- I. Deutscher, Il profeta disarmato. Milano 1959.
- I. Deutscher, Il profeta esiliato. Milano 1965.
- V. Serge, Vita e morte di Trotskij, Bari-Roma 1973.
- N. Mosley, L’assassinio di Trockij, Milano 1975.
- L. Trockij, Diario d’esilio, Milano 1975.
- Cronologia, in: L. Trockij, Millenovecentocinque, Roma 1976.
- J. Van Heijenoort, In esilio con Trockij. Milano 1980.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- L’esercito rosso
Discorso sul "Il potere dei Consigli e l’imperialismo internazionale" tenuto a Mosca il 21 aprile 1918
Questo è il testo del discorso pronunciato da Trockij il 21 aprile 1918, quando l’esigenza della rivoluzione russa era di rafforzarsi, districarsi dai meandri di una pace separata per uscire dal conflitto mondiale, prepararsi all’inevitabile guerra civile, rendere solida la struttura del partito bolscevico che aveva assunto il potere, cercare di non disperdere la spinta propulsiva per l’edificazione del socialismo fondata sui Soviet.