Anna Karenina è un romanzo di Lev Tolstoj che fu pubblicato per la prima volta nel 1877. Il romanzo apparve inizialmente a puntate sul periodico Il messaggero russo a partire dal 1875, ma nel 1877 gli venne pubblicato solo un sunto di poche righe della fine del romanzo e Tolstoj, che lì aveva preso delle posizioni antinazionaliste, fu costretto a far pubblicare a proprie spese e separatamente l’ottava parte.
Tolstoj vedeva in questo libro, considerato un capolavoro del realismo, il suo primo vero romanzo. Per la stesura di Anna Karenina egli trasse ispirazione da I racconti di Belkin dello scrittore e poeta russo Aleksandr Sergeevič Puškin.Nel 1887 lo stesso Tolstoj circa l’inizio di Anna Karenina affermò di avere immaginato, mentre era sdraiato sul divano, un «nudo gomito femminile di un elegante braccio aristocratico» e che da lì fu così perseguitato da quell’immagine da doverne creare un’incarnazione.
Sebbene la maggior parte della critica russa stroncasse il romanzo fin dalla prima pubblicazione, definendolo «un romanzo frivolo dell’alta società», secondo lo scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij «Anna Karenina in quanto opera d’arte è la perfezione… e niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato». La sua opinione fu condivisa daVladimir Vladimirovič Nabokov, che lo definì «il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo».
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Karenina
Dall’incipit del libro:
Tutte le famiglie felici sono simili le une alle al tre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Tutto era sottosopra in casa Oblonskij. La moglie era venuta a sapere che il marito aveva una relazione con la governante francese che era stata presso di loro, e aveva dichiarato al marito di non poter più vivere con lui nella stessa casa. Questa situazione durava già da tre giorni ed era sentita tormentosamente dagli stessi coniugi e da tutti i membri della famiglia e dai domestici. Tutti i membri della famiglia e i domestici sen tivano che non c’era senso nella loro convivenza, e che della gente incontrata si per caso in una qualsiasi locanda sarebbe stata più legata fra di sé che non loro, membri della famiglia e domestici degli Oblonskij. La moglie non usciva d alle sue stanze; il marito era già il terzo giorno che non rincasava. I bambin i correvano per la casa abbandonati a loro stessi; la governante inglese si era bisticciata con la dispensiera e aveva scritto un biglietto ad un’amica chiedendo che le cercasse un posto; il cuoco se n’era già andato via il giorno p rima durante il pranzo; sguattera e cocchiere avevano chiesto di essere liquidati.





