Dall’incipit del libro:
Nel dire ch’io farò di Antonio Rosmini, mi conterrò nelle cose ch’io posso attestare com’uomo che l’ha conosciuto dalla sua giovanezza; e mi sarà conforto al dolore rammentare come la vita di lui fosse tutta una tranquilla, e fin da’ primi anni preordinata, armonia. Nato in Rovereto, l’amenità del paese cominciò bentosto a svolgere in lui il senso della pura bellezza alla quale aveva informato lo spirito e n’erano indizio i lineamenti del viso composti a modestia dignitosa, avvivati di subito rossore ch’esprimeva la schiettezza dell’anima e l’agilità del pensiero, n’era indizio la persona agile e forte, ritraente della materna delicatezza e un po’ del rigido vigore paterno. Le quali due doti si contemperarono anche nell’animo suo, e lo fecero umile nel decoro, nell’austerità mansueto. L’amore delle natura li bellezze più minute conciliavasi in lui, come suole nelle anime elette, all’amore del grande, e co sì un tremolare di fronde quasi vive allo spirito del vento, come l’ampio prospetto de’ poggi e de’ monti, lo commoveva. Ne’ giovanili suoi versi rammenta
. . . . . il mio dell’Adige alla sponda
Caro all’aurette mattutin passeggio.


