Silvio Trentin (San Donà di Piave, 11 novembre 1885 – Monastier di Treviso, 12 marzo 1944) è stato un partigiano e giurista italiano, docente universitario di diritto amministrativo.
Laureatosi in legge, sotto la guida di Giovanni Vacchelli, che lo considerava suo allievo prediletto facendogli pubblicare uno scritto prima ancora della laurea, divenne in breve docente di diritto amministrativo nelle università di Pisa, Camerino e Venezia.
Nel 1919 fu eletto deputato, l’unico della lista Democrazia sociale veneziana, partito dal quale si allontanò dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti e la secessione dell’Aventino per aderire al Partito Repubblicano Italiano. Nel 1922 Silvio Trentin organizzò un convegno regionale sulla bonifica, tenutosi a San Donà di Piave, e nello stesso anno ritornò all’insegnamento di diritto amministrativo presso l’ateneo di Macerata. Dal 1923 ebbe la cattedra di diritto pubblico presso l’Istituto Superiore di Commercio dell’Università Ca’ Foscari.
Si ritirò spontaneamente dall’insegnamento nel 1925, in quanto strenuo oppositore del fascismo, non accettando l’obbligo di giurare fedeltà al regime e difendendo l’assoluta autonomia dell’individuo e dell’insegnamento rispetto al nascente regime. Riparò quindi nel sud della Francia, a Auch, dove continuò ad occuparsi privatamente di diritto. Nonostante fosse lontano dagli ambienti dei rifugiati politici italiani a Parigi, Silvio Trentin era sempre considerato un punto di riferimento per l’antifascismo.
Nei primi anni di esilio si impegnò nella costituzione della Concentrazione Antifascista, organizzazione interpartitica alla quale partecipavano il Partito Repubblicano Italiano, il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, la Cgil e la Lega italiana dei diritti dell’uomo. Nel 1928 diede il proprio contributo all’ideazione e alla stesura di due patti di alleanza tra i repubblicani italiani e spagnoli. Nel 1929 aderì al nascente movimento di Giustizia e Libertà.
Per sostenersi, lavorò per alcuni anni come manovale in una tipografia. In seguito al suo licenziamento, raccolti alcuni fondi presso amici, acquistò una libreria a Tolosa, dove si trasferì nel 1934. La libreria divenne ben presto un riferimento per gli intellettuali antifascisti e progressisti tolosani; durante la guerra civile spagnola servì da punto di collegamento da e verso la Spagna. Nella cantina della libreria furono tenute anche riunioni segrete e ospitati antifascisti e cospiratori.
Con la caduta di Mussolini, rientrò in Italia, a San Donà, a inizio settembre 1943. A quel tempo era già sofferente di problemi cardiaci. Dopo l’8 settembre si attivò per organizzare formazioni armate partigiane in Veneto, sempre come esponente di Giustizia e Libertà, declinando un invito di Emilio Lussu a entrare nella direzione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che si trovava a Roma.
Il 19 novembre 1943 fu arrestato a Padova dalla polizia fascista. Rilasciato a dicembre, fu ricoverato prima a Treviso, poi a Monastier per l’aggravarsi della sua malattia cardiaca, che lo portò alla morte nel marzo 1944. Nei mesi di degenza presso la clinica di Monastier di Treviso stese la bozza di una ideale costituzione per l’Italia liberata del Dopoguerra.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia,
https://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Trentin.
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Fascismo e democrazia
Scritti sul fascismo 1928-1937