Ambientato durante l’epoca delle crociate, il poema eroico-cavalleresco “Gerusalemme liberata” consta di 20 canti di ottave e l’autore se ne occupò per quasi tutta la sua vita, apportandovi nel tempo diverse modifiche. La prima edizione fedele dell’opera si ebbe nel 1584 a cura di Scipione Gonzaga. L’azione del poema si apre nel periodo conclusivo della lotta tra cristiani e musulmani, con Goffredo di Buglione che riceve l’ordine divino di conquistare al piĂą presto il Santo Sepolcro agli infedeli. La composizione del poema, l’opera piĂą rappresentativa di Torquato Tasso, procurò molte sofferenze al suo autore, continuamente preoccupato per l’ortodossia del suo contenuto.
Dall’incipit del libro:
1
Canto l’arme pietose e ‘l capitano
che ‘l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co ‘l senno e con la mano,
molto soffrĂ nel glorioso acquisto;
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto.
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.
2
O Musa, tu che di caduchi allori
non circondi la fronte in Elicona,
ma su nel cielo infra i beati cori
hai di stelle immortali aurea corona,
tu spira al petto mio celesti ardori,
tu rischiara il mio canto, e tu perdona
s’intesso fregi al ver, s’adorno in parte
d’altri diletti, che de’ tuoi, le carte.
3
Sai che lĂ corre il mondo ove piĂş versi
di sue dolcezze il lusinghier Parnaso,
e che ‘l vero, condito in molli versi,
i piĂş schivi allettando ha persuaso.
CosĂ a l’egro fanciul porgiamo aspersi
di soavi licor gli orli del vaso:
succhi amari ingannato intanto ei beve,
e da l’inganno suo vita riceve.















