Il 1. libro dei trittici (Bordighera 1897), è una silloge di 39 sonetti simbolisti scritta a sei mani da Alessandro Varaldo, Alessandro Giribaldi e Mario Malfettani, ognuno autore di tredici poesie divise per sezioni tematiche. Nelle intenzioni degli autori il volume avrebbe dovuto aprire una serie di raccolte, ma il progetto non si concretizzò poiché gli autori si dirottarono su altri progetti e interessi diversi.

In quegli anni il simbolismo italiano era combattuto e osteggiato dalla cultura ufficiale sia positivista che idealista – Croce non ammetteva neppure Baudelaire e Mallarmé, figuriamoci quindi i simbolisti nostrani – e attraversava un faticoso periodo di ricerca innovatrice, spesso confinata in fogli giovanili e anti-istituzionali, in modeste auto-edizioni e, talvolta, in preziose edizioni a tiratura limitatissima. Il punto di riferimento fu certamente la direzione marinettiana della rivista “Poesia” che è l’unico foglio che con una certa autorevolezza reagisca davvero all’isolamento nel quale la poesia simbolista veniva confinata. Nel 1902 è Lucini che in “L’Italia del popolo” scrive l’articolo La conquête des Étoiles con il quale sostiene l’operazione simbolista intrapresa da Marinetti. L’area simbolista si estende mano a mano tra 1895 e il 1915 su tutto il territorio nazionale ma non dispone di risorse e neppure di libertà di movimento. Melodie di Agostino G. Sinadinò fu stampato a Lugano in cento copie non venali e anche gli altri libri di Sinadinò sono pubblicati in edizioni limitatissime. Per una vecchia croce di ferro di Lucini uscì in una edizione di venticinque esemplari fuori commercio.

In questo contesto i tre giovani genovesi si pongono certamente in maniera pionieristica. I versi sono quasi tradizionali, se pur non rispettano il consueto susseguirsi delle rime, quasi perché non si rischi di incorrere nella facile accusa di ignorare la prosodia. Un po’ come fece Lucini nel Libro delle figurazioni ideali. L’abbandono del progetto non consentì evidentemente il proseguimento in direzione del “verso libero”. Il simbolo ricorrente dei tredici trittici è il fiore; abbiamo quello dedicato ai gerani, ma spesso troviamo rose, viole, gigli. Va sottolineato che siamo quindi di fronte a uno dei simboli più tradizionali e caratteristici del mito, della fiaba, della tradizione iniziatica. Non a caso sono simboli ripresi dal sogno archetipico junghiano e sfociano quindi in una junghiana sincronicità. Con una certa estrosa abilità i tre autori sincronizzano e incrociano il simbolo del fiore con altri concetti tipici del simbolismo come la danza, lo specchio, l’ombra.

Ognuno dei tredici “trittici” è dedicato a una personalità, più o meno nota ma certamente in qualche modo “cara” ai tre autori, della letteratura (Gisella Nazzari, Luigi Gualtieri), poesia (Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Diego Garoglio), pittura (Giacomo Filippi), politica (Enrico Pessano), scienza (il botanico Achille Richard), classicismo (Luigi Bassoli). Questo tentativo di ampliare il quadro culturale italiano, molto ristretto secondo gli autori, in una prospettiva europea era portato avanti dalla rivista “Endymion” che durò tuttavia solo nove numeri.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

La prima poesia Il Domino Rosa, di Alessandro Varaldo, dal primo Trittico della danza:

Guardo. Un fascino strano di moine
tra i pizzi antichi e rose a la cintura:
muore tra i veli ne la curva pura
del seno il desiderio e su le fine
guancie pallide un poco e ne l’oscura
fiamma de li occhi ambigui. A le piccine
mani lungo la veste, a le divine
linee de la persona, ecco, ò paura.
Sono queste le folli incantatrici
che daranno l’ebbrezza? e queste bianche
labra daranno i baci ammaliatori?
No: fra le amiche e le süaditrici
di bene Ella starà: sopra le stanche
palpebre darà baci e al capo fiori.

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titolo:
Il 1. libro dei trittici
titolo per ordinamento:
1. libro dei trittici (Il)
descrizione breve:
L’opera è una silloge di sonetti simbolisti scritta da Varaldo, Malfettani e Giribaldi, ognuno autore di tredici poesie. I versi sono quasi tradizionali; il simbolo ricorrente è il fiore; l’opera era del tutto sperimentale ma non poté, ahimè, avere un seguito.
autore:
opera di riferimento:
Il 1. libro dei trittici / Alessandro Varaldo, Mario Malfettani, Alessandro Giribaldi. - Bordighera : tip. P. Gibelli, 1897. - 1 v. ; 8º.
licenza:

data pubblicazione:
12 marzo 2024
opera elenco:
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descrittore Dewey:
Poesia italiana (1859-1899)
soggetto BISAC:
POESIA / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
impaginazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
Claudia Pantanetti, liberabibliotecapgt@gmail.com
revisione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it