Cronaca del 1796

Il falco: cronaca del 1796 è il primo romanzo della trilogia chiamata La Marea che Varaldo scrisse negli anni venti del secolo scorso e che è dedicata agli eventi storici che coinvolsero l’estremo ponente ligure tra il finire del XVIII secolo e l’inizio del XIX. Abbiamo quindi oggi la possibilità di leggere un romanzo storico che, bandendo la noia, abbia elementi di fantasia capaci di catturare l’attenzione di chi legge. È questa in sintesi la barriera che Varaldo si propone di infrangere, proposito che viene dichiarato in prefazione dove viene anche indicato il responsabile di questo abbandono della fantasia, che sarebbe il naturalismo di Zola, che ha prodotto narrazioni incapaci di spostare l’immaginazione un palmo più in là di quello che cade direttamente sotto la vista. Varaldo si pone quindi sulle orme di Scott – anche questo proposito dichiarato in prefazione – e al termine della lettura si può dire che il programma è stato rispettato perché dalla penna dello scrittore ligure è scaturito un romanzo avvincente, ben strutturato nella trama, rispettoso degli eventi storici che narra sui quali si innestano i personaggi che la cronaca storica ci tramanda uniti ad altri funzionali alla vicenda. L’intreccio tra fantasia e storia si presenta in questo testo come riuscito in maniera soddisfacente.

Il Falco è Napoleone Bonaparte; non certo il Napoleone che siamo abituati a conoscere, ma quello del primo periodo della giovinezza, quando, grazie all’interessamento e alle conoscenze intessute dalla moglie Giuseppina, soprattutto presso Barras, potè ottenere il comando dell’Armata d’Italia. Conosciamo quindi un nuovo condottiero, ancora quasi ignoto, che si affaccia alle Alpi in cerca di conquista e di potenza, ma già amato dai suoi soldati con i quali aveva instaurato un rapporto di fiducia e di attaccamento profondissimi. Troviamo un Napoleone ancora rude e impulsivo, lontano dalle raffinatezze della corte imperiale, ancora legatissimo ai valori della rivoluzione, e mosso comunque dalla volontà di affermarsi e trionfare.

Varaldo non può mancare di scrivere pagine molto belle che testimoniano l’amore per la terra natale; seguiamo i suoi personaggi, appartenenti alle principali famiglie dell’estremo ponente ligure e del confinante basso Piemonte, attraverso i paesaggi caratteristici delle Alpi marittime, tra la Val Roia e la Val Nervia. Non manca di ricordare le virtù del Rossese di Dolceacqua, virtù traditrici per altro, in confronto ai più noti vini piemontesi. Vediamo anche la prefigurazione dell’agonia della Repubblica Genovese.

Non più ripubblicata per quasi novant’anni, la Trilogia La marea è stata data nuovamente alle stampe a cura dell’Istituto internazionale di Studi Liguri – Sezione Intemelia, in occasione dei 135 anni dalla nascita di Varaldo. La trilogia – i cui due successivi volumi presenteremo, dopo questo primo, prossimamente in questa biblioteca Manuzio – rappresenta forse l’unico ciclo narrativo dedicato alla città di Ventimiglia e al suo circondario, e comprende un periodo di tempo che si estende dall’invasione di Napoleone del 1797 fino ai primi anni successivi all’arrivo della linea ferroviaria internazionale nel 1871.

Le vicende storiche sono narrate mettendo al centro le vicissitudini di tre nobili famiglie, Lascaris, Altariva e Nervia. Possiamo quindi scorgere le contraddizioni tra le quali si dibattono i superstiti di un ormai anacronistico feudalesimo e i nuovi ideali rivoluzionari e anche come questi furono il reale passaggio verso la modernità traghettati dall’invasione napoleonica, con sullo sfondo i castelli e gli accampamenti militari, il tenero e tragico amore tra Chiarina Grimaldi e Filippo Balbi. E dietro tutto questo abbiamo un falco che «Non rotea già più, ma piomba.» E con questa azione napoleonica vedremo piano piano districarsi gli scontri di azione e di idee tra Genova, Piemonte, Francia e Austria.

Lo stesso periodo storico, quasi la stessa area geografica e insieme la stessa idea di romanzo funzionale ad elaborare il personale rapporto dello scrittore tra il proprio mondo e quello del “tempo perduto” possono accostare questa opera di Varaldo a La Bufera di Edoardo Calandra, già presente in Liber Liber (https://liberliber.it/autori/autori-c/edoardo-calandra/la-bufera/) e della quale speriamo di poter pubblicare anche l’edizione del 1911 ampiamente rivista dallo stesso autore.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del Prologo:

L’anno 1794, cominciato con una crescente agitazione sul litorale e per le vallate, avea ridotta la città di Ventimiglia ad una pericolosa anarchia. Le riforme e le vittorie della grande rivoluzione, la fuga del Re di Piemonte, le contese dei partiti nobiliari, che si disputavano le redini della città, apersero un adito a quel borghese vento di Fronda, ringagliardito dal concorso popolare, che, in modo tanto irruento, distrusse o trascinò, abbattè o domò, quanto si opponeva al suo cammino.
Le guerre di successione avevano esaurito quello che una libertà comunale ed una dominazione di ferro s’erano studiate d’accumular di resistenza e di orgoglio: un Governo borghese di Magnifici finì per distruggere l’orma, forse feudale, ma potente, d’una gloriosa autonomia. Sicchè alle prime avvisaglie della rivoluzione e della discesa del generale Massena, coloro, che i nobili sprezzantemente chiamavano la canaglia, drizzarono l’albero della libertà sormontato dal berretto frigio, ed obbligarono le più nobili dame a ballarvi intorno. Pochi si ribellarono ai santi diritti di ballo del popolo: tre soltanto resistettero e furono il conte Luca Lascaris, il nobile Camillo Altariva, ed il duca Almerico di Nervia.

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titolo:
Il falco
sottotitolo:
Cronaca del 1796
titolo per ordinamento:
falco (Il)
descrizione breve:
Questo romanzo storico, primo di una trilogia, è ambientato nell’estremo ponente ligure tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Nel libro, abbandonandosi anche alla fantasia per dichiarato proposito ma rispettoso comunque degli eventi reali, l’autore ci offre un romanzo riuscito ed avvincente.
autore:
opera di riferimento:
Il falco : cronaca del 1796 / Alessandro Varaldo. - Milano : A. Mondadori, 1922. - XXXIV, 309 p. ; 19 cm.
licenza:

data pubblicazione:
13 marzo 2024
opera elenco:
F
descrittore Dewey:
Narrativa italiana (sec. 20.)
soggetto BISAC:
FICTION / Storico
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Virginia Vinci
impaginazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
Claudia Pantanetti, liberabibliotecapgt@gmail.com
Gabriella Dodero
revisione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it