Opera del 1891, qui digitalizzata a partire da una edizione del 1913, questo romanzo riprende alcuni dei temi graditi alla Autrice, in un contesto che in buona parte differisce da altre sue opere successive. La Vertua è infatti particolarmente felice nelle scene in cui la Natura si fa protagonista, accanto a personaggi che abitano campagna, lago o montagna, mentre teatro di questo romanzo è invece la città e le persone che la abitano, spesso inconsapevoli dell’esistenza di paesaggi e ambienti ben diversi, a poche ore di viaggio.

Abbiamo Isa, giovane orfana, bellissima, rimasta povera per un rovescio di fortuna causato dal signor Giorgio, un tempo amico del padre e in seguito artefice della rovina economica della famiglia di Isa. Quest’ultima è accolta dalla sua unica parente, la zia Gemma, che vive in città e la ospita, tra miserie fisiche ma soprattutto morali, in una stanzuccia sui tetti. Dopo la scena iniziale, in cui Isa lascia Vallombrosa, la natura della campagna in questo romanzo compare solo attraverso il rimpianto di Isa, che non ama la città e non riesce ad inserirsi né a scuola, né lavorando, come lettrice presso una anziana marchesa, e come insegnante dell’alfabeto ad una bimba di una famiglia borghese.

Il contesto urbano provoca continue delusioni ad Isa, cui la corte serrata e sgradita del nipote della marchesa provoca fraintendimenti e maldicenze; e il triste destino di una vicina, morta di malattia a un mese dalle nozze, la spinge a considerare la vita nel monastero vicino come l’unico modo per sopravvivere a tante difficoltà. L’incontro in ospedale, dove assiste il vecchio servo di famiglia Cecco, con il suo amico d’infanzia Nardo, apre gli occhi a Isa, che comprende come l’amore di Nardo rappresenti la soluzione alla sua difficile vita, e la possibilità di tornare nella sua amata Vallombrosa, per una vita di felicità insieme.

La vicenda di Isa mostra che nessuna felicità è possibile, se non riuscendo a superare i risentimenti, i rancori e l’insensato orgoglio, che l’avevano portata a rifiutare l’interessamento e l’affetto di Nardo, in quanto nipote del nemico del padre. E la religione, che appare ad Isa in un particolare momento come la soluzione ai suoi problemi, non può sostituirsi a scelte personali sbagliate e renderle accettabili; così come non possono essere accettati i consigli meschini ed ipocriti della zia, che l’incoraggia ad accettare la corte del nipote della marchesa e ad approfittare del danaro e della posizione sociale che questi le offrirebbe.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Come il vecchio medico si fu sodamente addormentato su ’l giornale, Isa uscì in punta di piedi dal salottino, infilò l’uscio che rispondeva su la campagna e prese per il viottolo tra i fossatelli, che battevano il sasso, gorgogliando.
Prima di partire voleva salutare la vecchia casa ov’era nata e vissuta felice; abbracciare dello sguardo quel caro angolo accucciato in fondo alla valle folta di piante; riudire il famigliare scroscio, quasi riso spensierato e giocondo, del torrente su ’l greto irto di pietre.
Il viottolo era ingombro di foglie vizze e secche, che scricchiavano di sotto i piedi; prati e campi, falciati e mietuti, avevano un aspetto d’abbandono; i lunghi filari di viti, dai tralci sporgenti in disordine e spogli di pampani, macchiavano del color della ruggine la deserta campagna.
Isa si arrestò su ’l ponticello di legno, che segnava la via per alla volta di Vallombrosa; si appoggiò alla sbarra con le braccia incrociate, stette a guardarsi in tondo. Quella pianura divisa in poderetti recinti da siepi, quelle praterie segnate da traccie di salici, i vigneti, e più giù il bosco delle farnie alte, antiche, dall’oscuro tronco screpolato, come li conosceva essa, quanto li amava!… Guardò a lungo; e nell’anima già le si andava ingrossando la commozione, quando, con un brusco riscuotersi, da persona che non vuol essere vinta dal sentimento, si mosse e riprese il cammino.

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titolo:
Di sopra i tetti
titolo per ordinamento:
Di sopra i tetti
descrizione breve:
È possibile essere felici in una città dopo avere abitato per tutta la giovane vita in campagna? Sembrerebbe di no, secondo l’autrice, che in questo romanzo si esprime attraverso le vicende di Isa, giovane orfana rimasta povera, ed accolta da una gretta parente, la zia Gemma, in una stanzuccia sui tetti.
autore:
opera di riferimento:
Di sopra i tetti / Anna Vertua Gentile. - Sesto S. Giovanni : Madella, 1913. - 222 p. ; 19 cm.
licenza:

data pubblicazione:
21 settembre 2021
opera elenco:
D
descrittore Dewey:
Narrativa italiana (1859-1899)
soggetto BISAC:
FICTION / Classici
FICTION / Romantico / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Umberto Galerati, umgaler@alice.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Gabriella Dodero