Auguste de Villiers de L’Isle-Adam nacque a Saint-Brieuc, in Bretagna, il 7 novembre 1838.
La madre, Marie Françoise Le Nepvou de Carfort Daniel de Kerinou si separò dal marito nel 1846, quando il figlio aveva solo 6 anni. Il marchese Joseph Toussaint Charles de Villiers de l’Isle-Adam, marito e padre, si era indebitato in modo spropositato nel tentativo di trovare inesistenti tesori nascosti. Perciò la famiglia restò priva di ogni sostegno e poté sopravvivere grazie all’aiuto della zia materna, Marie Félix Daniel de Kerinou.
Madre e varie zie Kerinou volevano per il piccolo un’educazione strettamente cattolica, e gli studi di Villiers procedettero in modo discontinuo tra Rennes, Laval e Saint Brieuc sempre sotto la guida di precettori ecclesiastici, ma facendo emergere la vocazione alla poesia.
Sono del 1855 i suoi primi soggiorni a Parigi, e le sue frequentazioni di teatri e caffè iniziano a provocare inquietudine all’interno della famiglia; in particolare non è vista affatto di buon occhio la sua amicizia con il burattinaio Lemercier de Neuville. Nel 1957 il padre infatti si rivolgerà al priore dell’Abbazia di Solesmes perché accolga il figlio. Inutilmente.
Ma qualche anno dopo, nel 1862, in seguito alla relazione di Villiers con Louise Dyonnet, donna dalla reputazione “scandalosa”, la famiglia, e soprattutto la madre, gli impose di entrare nell’abbazia suddetta. Soggiorno di pochi giorni, comunque, perché Villiers se ne allontanò quasi subito.
Assumendo fama di enfant prodige viene accolto negli ambienti letterari del tempo; conosce Baudelaire, Catulle Mendés e Paul Verlaine ed è sempre ospite atteso dei “martedì di Mallarmé” e del “salon” di Nina de Villard.
Si avvicina alla filosofia tedesca e in particolare legge Hegel. Affascinato dalla lettura di Edgar Allan Poe inizia a interessarsi anche di metapsichica e fenomeni occulti. Diviene amico anche di Wagner dell’opera del quale si entusiasma.
Nel 1867 vorrebbe sposarsi con la seconda figlia di Théophile Gautier, Estelle. La famiglia gli nega consenso e, naturalmente, denaro. Nel 1873 durante un suo soggiorno in Inghilterra progetta il matrimonio con Anna Eyre. Ma anche questo progetto fallisce e Villiers torna a Parigi.
Ma prima di questi progetti che caratterizzano la travagliata vita sentimentale di Villiers, pare che ci siano stati due dolorosi amori giovanili, uno dei quali concluso con la morte dell’amata. Abbiamo la testimonianza del memorialista Louis Tiercelin e del cugino Robert du Pontavice de Heussey. Abbiamo un riecheggiare di queste vicende nei Racconti Crudeli dove, tra l’altro, l’idealismo simbolista di Villiers assume chiari connotati, in particolare nel racconto L’Inconnue.
Quasi nel solco di una non smentibile tradizione familiare tendente all’esaltazione, pare che nel 1863 avanzasse la sua candidatura al trono vacante di Grecia. È forse una diceria, ma Villiers non si preoccupò mai di smentire. In ogni caso è certo che, pretese dinastiche a parte, Villiers vive in polverose soffitte e svolge le più svariate attività per sopperire alla miseria economica. Si improvvisa persino arbitro di boxe.
Non manca di difendere l’onore del suo antico casato: nel 1875 trascina in giudizio i direttori del Théatre du Châtelet perché nella rappresentazione del melodramma Perrinet Leclerc un suo presunto antenato viene descritto come traditore. Nel 1877 la sua istanza è però respinta dal tribunale. Poi viene a contesa, questa volta vittoriosa, con Georges de Villiers des Champs che gli contestava il diritto a portare il nome de L’Isle-Adam.
La sua attività letteraria inizia con il romanzo filosofico Isis (preceduto in realtà da due brevi raccolte poetiche giovanili) seguito dai drammi Elen, Morgan, La Rêvolte. Tutto questo ottiene scarsissimo successo.
In seguito i Racconti Crudeli e Eva Futura lo impegnano per molti anni, ritenendo Villiers che l’opera debba raggiungere una perfezione stilistica che sconfina in una ricerca tanto meticolosa da diventare maniacale.
I due drammi successivi, Axel e Le Nouveau Monde ricevono finalmente i favori di critica e pubblico. Ma è tardi per assaporare il successo. Villiers ha il cancro agli intestini. Non si cura affatto di problemi economici e ora scrive con foga, come ansioso di concludere la sua opera. Non sopravviverebbe senza l’aiuto degli amici, in particolare Mallarmé.
Nell’aprile del 1889 su consiglio dei medici, si trasferisce a Nogent-sur-Marne nella speranza di trarre giovamento da un cambiamento d’aria. Ma deve tornare precipitosamente a Parigi perché le sue condizioni si aggravano e, ricoverato all’Hospice de Frères de Saint-Jean de Dieu, muore il 18 agosto. Sul letto di morte celebra il matrimonio con Marie Dantin, vedova Brégeras, una cameriera analfabeta dalla quale aveva avuto un figlio, Victor.
Fonti:
- Villiers e i paradisi artificiali. In: Studi francesi – settembre dicembre 1982. Torino, 1982.
- G. De Antoni e L. Scaramella. Introduzione a Racconti crudeli. Perugia, 1980.
- S. Cigada. Il simbolismo francese. Carnago 1982.
- D. Lanfredini. Villiers de l’Isle-Adam: 1838-1889: studio critico. Firenze, 1940.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Tribolato Bonomo
Scritto nel 1887 rappresenta forse il testo di Villiers dove con maggiore efficacia il pungente sarcasmo fa da schermo alla disperazione più forte. Incentrato sulla vicenda di Chiara Nero e del suo adulterio, dove comunque l’autore non risparmia frecciate pungenti al positivismo imperante nell’epoca, è preceduto da tre racconti che “inquadrano” il protagonista.