Narrazione storica di Felice Venosta

Dall’incipit del libro:

 Le parole poste in testa a questo capitolo erano gridate la mattina del giorno 10 dicembre 1746 in Genova da numerose orde di Austriaci, fuggenti innanzi al popolo, che, stanco della straniera oppressione, era sorto forte del proprio diritto. La tirannide ha pure un limite. Quando l’oppresso non trova giustizia sulla terra, quando il giogo si è fatto insopportabile, pieno di fidanza e gli stende la mano al Cielo, e giù ne trae i suoi eterni diritti, che lassù pendono inalienabili e in distruttibili, come le stelle! Riede il primitivo stato di natura, in cui l’uomo sta in faccia all’uomo. Qual mezzo supremo, se ogni altro mezzo non giovi, gli è dato il ferro.

Genova, la città dai cento triremi, la città dai splendidi dogi, la città che fra la vivezza del traffico ha mostrato come si eserciti il commercio e la guerra, che ne’ suoi annali ha scritto i nomi di Colombo e di Doria, era per il poco senno di alcuni deboli uomini caduta in mano dello straniero, il quale di essa faceva crudo strazio.

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titolo:
Balilla o la cacciata degli austriaci da Genova (1746)
sottotitolo:
Narrazione storica di Felice Venosta
titolo per ordinamento:
Balilla o la cacciata degli austriaci da Genova (1746)
autore:
opera di riferimento:
"Balilla o la cacciata degli austriaci da Genova, (1746) / narrazione storica di Felice Venosta"; collezione: Panteon dei martiri della libertà italiana; Carlo Barbini Editore; Milano, 1865
licenza:

data pubblicazione:
17 giugno 2005
opera elenco:
B
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it Alberto Barberi, collaborare@liberliber.it
revisione:
Ferdinand Nicolas Göhde, Ferdinand.Goehde@gmx.net Catia Righi, catia_righi@tin.it