In appendice la poesia “La spigolatrice di Sapri” di Luigi Mercantini.
Dall’incipit del libro:
Da Ferdinando il cattolico a Filippo IV, cioè dal 1500 al 1648, Napoli, sotto il dominio di Madrid, ebbe ventotto vicerè, i quali, rubando ad un tempo e per la Spagna e per sè stessi, avevano con ogni sorta di balzelli e di avanie ridotta nella più squallida miseria quella regione privilegiata da Dio delle più rare delizie della natura. Salito al trono, Filippo V vide come difficile gli tornasse conservarsi i possedimenti italiani; onde distaccava per sempre dalla sua corona il regno di Napoli, e lo dava a Carlo suo figliuolo, nato dalle nozze con Elisabetta Farnese. Il nuovo re si fece chiamare Carlo III, « per la grazia di Dio re del regno delle due Sicilie e di Gerusalemme, infante di Spagna, duca di Parma, gran principe ereditario della Toscana .» Disegnò le armi innestando alle nazionali delle due Sicilie tre gigli d’oro per la casa di Spagna, sei di azzurro per la Farnese e sei palle rosse per quella dei Medici.


