Dall’incipit del libro:

Forse nelle veglie, o in romito luogo, mentre la cadente sera ci invita a dolce tristezza, udiste già da caro labbro la storia che ci accingiamo a scrivere. Leggeteci tuttavolta, o voi che studiate dimenticare i dolori che travagliano questa misera terra colla pietà per gli altrui affanni; che dotati d’intelletto di gentili cose sapete compatire, perdonare. La nostra storia è un nuovo fiore tolto alla città eterna, ove sempre viviamo coll’anima. Nella medesima guisa che allettaci un’armonia udita e riudita, poichè in essa vi discopriamo sempre nuove bellezze; così è degli amori di una donna romana che si chiamava Elena. Assai sofferse la tapina: e le lagrime di lei vennero raccolte dalla memoria del popolo, trasmesse al vigile cronista, e rivestite di quelle forme che ai tempi d’ allora si addicono: la sua storia fu quale noi la sentiamo in oggi nel cuore. Correva l’anno 1542, quando Elena di Campireali ve niva alla vita nella gentile Albano. Il padre suo era riputato il più ricco patrizio del paese; e come tale aveva sposata Vittoria Caraffa, la quale possedeva estesi poteri nel regno di Napoli.

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titolo:
Elena di Campireali Abbadessa di Castro
titolo per ordinamento:
Elena di Campireali Abbadessa di Castro
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opera di riferimento:
Elena di Campireali Abbadessa di Castro / Felice Venosta. - Milano : presso G. Canadelli e C., s.d. - 159 p. ; 13 cm.
licenza:

data pubblicazione:
22 febbraio 2008
opera elenco:
E
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it