Giovanni VaccaGiovanni Vacca nacque il 18 novembre 1872. Il padre Federico, napoletano, nel 1860 fu segretario di Garibaldi; si trasferì a Genova in quanto divenne presidente della corte d’appello. La madre Ernesta Queirolo era una vedova, entrata nella nobiltà cittadina tramite il primo marito, marchese Giulio Cesare Passano. Il primo matrimonio di Ernesta Queirolo non aveva dato figli.

Giovanni Vacca si diplomò al liceo classico e si laureò in matematica con una tesi di mineralogia all’università di Genova. Già da studente aveva pubblicato un articolo di mineralogia e uno di matematica, partecipando anche alla vita politica e contribuendo al fianco di Filippo Turati alla fondazione a Genova nel 1892 del Partito dei Lavoratori italiani, successivamente Partito Socialista Italiano. La sua militanza socialista gli procurò nel 1897 una condanna al confino per cui dovette allontanarsi da Genova.

Nell’agosto dello stesso anno fu presente al primo Congresso internazionale dei matematici e conobbe Giuseppe Peano. Questo incontro gli valse la possibilità di ottemperare all’obbligo di lasciare Genova accettando il posto di assistente alla cattedra di calcolo infinitesimale a Torino. In questi anni collaborò all’enorme lavoro del Formulario di Matematica di Peano insieme a G. Vailati, G. Vivanti, Burali-Forti, A. Padoa e M. Pieri. Si trattava di un’imponente impresa di carattere enciclopedico che impegnò per quindici anni questo gruppo di matematici che sono gli stessi che diedero vita inizialmente alla “scuola” di Peano. Il contributo di Vacca fu indirizzato soprattutto alle note storiche e biografiche. Questo impegno rafforzò senza dubbio il suo interesse per la storia del pensiero logico e sono numerosi i suoi articoli tra fine XIX e inizio XX secolo che riguardano l’argomento; la storia della matematica rimase sempre uno dei campi di ricerca più importanti per Giovanni Vacca.

Nel 1902 tornò a Genova come assistente di mineralogia all’Università; fu ancora a Torino nel 1905 ancora come assistente di Peano, ma dal 1906 l’interesse per la sinologia divenne prevalente nella sua attività. Il rientro a Genova coincise con un riavvicinamento all’attività politica e fu eletto in consiglio comunale.

Fin dal 1899 Vacca aveva condotto importanti studi su dei manoscritti inediti di Leibniz, il cui risultato fu pubblicato sul “Bollettino di bibliografia e storia delle scienze matematiche”. Leibniz aveva posto il problema sulla possibile anticipazione intuitiva del sistema binario rintracciabile nel I Ching, Il libro dei mutamenti. Nel 1903 Vacca produsse, in occasione del Congresso internazionale di scienze storiche, lo studio Sulla storia della numerazione binaria, nel quale parlò e discusse sulle riflessioni di Leibniz. È possibile che l’interessamento alla lingua cinese sia stato innescato anche dal fatto che gli ideogrammi caratteristici di questa potessero avere connessioni con la logica simbolica di Peano.

Tra il 1905 e il 1907 si trasferì quindi a Firenze per approfondire lo studio della lingua e della letteratura cinese sotto la guida del titolare dell’insegnamento di storia e geografia dell’Asia centrale e orientale Carlo Puini https://liberliber.it/autori/autori-p/carlo-puini/. In quel biennio maturò in Giovanni Vacca il proposito di recarsi in Cina e soggiornarvi almeno un anno privilegiando le zone interne, le meno soggette ad eventuale influenza occidentale. Reperite le risorse economiche grazie al patrocinio di alcuni importanti enti pubblici e istituzioni culturali, partì da Genova per Shanghai il 14 marzo 1907 e si trattenne in Cina fino al settembre 1908 mettendo in atto un lungo percorso che da Pechino lo portò dapprima verso il sud e poi a risalire il Fiume Azzurro. Fu il suo unico soggiorno in Cina ma gli consentì di diventare sinologo di grande prestigio con decine di pubblicazioni sull’argomento, conferenze e incontri.

Nel 1910 ebbe l’incarico all’Università di Roma per l’insegnamento di storia e geografia dell’Asia orientale, incarico che mantenne fino al 1922 quando succedette al già menzionato Puini all’Università di Firenze. Nel 1921 sposò l’arabista e islamista Virginia De Bosis dalla quale ebbe i figli Ernesta e Roberto; quest’ultimo fu poi molto attivo nell’ambito della divulgazione scientifica.

Rimase tuttavia a Firenze un solo anno per essere trasferito nuovamente a Roma come professore ordinario e mantenendo la cattedra fino al 1948 quando la lasciò per raggiunti limiti di età. Nel 1927 tenne anche un corso di Storia delle matematiche sempre all’università di Roma. Nel 1933 si fece promotore della fondazione dell’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente. Non aveva mai smesso tuttavia di interessarsi alla storia e alla filosofia delle matematiche, aderendo, in contrasto con altri matematici della scuola di Peano, ad una concezione che potremmo definire platonica, considerando le spiegazioni matematiche come esistenti “a priori” indipendentemente dalla percezione del matematico che le indaga. Sperò sempre di riuscire a dimostrare il teorema di Fermat e si interessò alla costante di Eulero-Mascheroni.

Morì a Roma il 6 gennaio 1953. Il suo diario di viaggio in Cina è stato pubblicato recentemente a cura di Tiziana Lioi, mentre un volume di scritti scelti fu annunciato da Feltrinelli nel 1962 e avrebbe dovuto comparire nella Biblioteca Scientifica di questo editore, ma non mi risulta che sia mai stato pubblicato. Con Bortolotti, Agostini, Eneström, Vacca compì ricerche importanti sui contributi di Torricelli allo studio del calcolo infinitesimale. Fu anche importante il suo contributo, assieme ancora una volta ad Agostini ed Eneström per la riscoperta e la valorizzazione dell’opera di Mengoli.

Fonti:

  • F. Alpi, voce Vacca, Giovanni in Dizionario biografico degli italiani – volume 97 (2020)
    https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-vacca_(Dizionario-Biografico)/
  • U. Bottazzini, Fondamenti dell’aritmetica e della geometria, in Storia della scienza moderna e contemporanea diretta da Paolo Rossi. Volume III. Torino, 1988.
  • T, Lioi [a cura di], Viaggio in Cina 1907-1908. Diario di Giovanni Vacca. Roma 2016.
  • U. Forti, Il rinascimento matematico italiano nella cultura europea, e l’opera di E. Bertolotti, in R. Bombelli. L’Algebra. Milano 1966.
  • U. Forti, La storia della matematica in Italia. L’opera di G. Castelnuovo, in G. Castelnuovo. Le origini del calcolo infinitesimale nell’era moderna. Milano 1962.
  • L. Russo e E. Santoni, Ingegni minuti. Una storia della scienza in Italia. Milano 2019. [Soprattutto per gli interessanti riferimenti alla controversia tra Giovanni Vacca e Benedetto Croce, in seguito allo scritto del filosofo napoletano Logica come scienza del concetto puro nel quale viene negato ogni valore di “verità” alla scienza in generale e alla matematica in particolare. Gli scritti sia di Croce che di Vacca relativi a questa controversia saranno prossimamente pubblicati in questa biblioteca Manuzio]

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Ideali della Cina moderna
    In questo testo del 1934 è contenuta una chiara visione della Cina dell'epoca oltre che dei cenni storici essenziali per affacciarsi allo studio di questa enorme nazione che negli ultimi cinquant'anni ha mantenuto velocità di sviluppo e progresso tecnologico impensabili per qualunque nazione occidentale. Parte delle ragioni di questo eccezionale sviluppo si possono comprendere con la lettura di questo breve saggio.
  • Origini della scienza
    Tre saggi
    I tre saggi qui riuniti sono fondati su poche e solide convinzioni di base tra le quali spicca il concetto che i popoli non differiscono tra loro per intelligenza nel tempo e nello spazio. Le ragioni di sviluppi diversi del progresso scientifico sono attribuibili a diverse attitudini delle popolazioni ed ai diversi momenti storici.
 
autore:
Giovanni Vacca
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Vacca, Giovanni
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