Verga scrisse questo romanzo nel 1865, quando si trovava ancora a Catania, e lo pubblicò nel 1866 presso l’editore Negro di Torino. Sicuramente lo portò con sé nel primo viaggio a Firenze del 1865, durante il quale fu recensito positivamente su una rivista viennese, dalla letterata tedesca Ludmilla Assing, che teneva un salotto letterario ben frequentato nella città toscana.
Il protagonista è il giovane catanese Pietro Brusio, studente di legge ma aspirante scrittore (sono evidenti i riferimenti autobiografici), che s’innamora della moglie del conte di Prato, Narcisa Valderi, ai suoi occhi donna irraggiungibile. Con l’aiuto dell’improvvisa fortuna letteraria, Pietro riesce ad ottenere il tanto atteso amore della donna, ma la certezza affettiva, il sentimento sicuro e corrisposto, il sogno che diviene quotidiano, mitigano l’eccitazione data inizialmente dalle prime difficoltà e le emozioni si spengono. Narcisa, ben consapevole dell’imminente fine del loro rapporto, si uccide concludendo la vicenda tormentosa. Pietro, ormai solo e conscio dell’effimero successo come scrittore, non può far altro che ritirarsi nella sua Sicilia.
Sinossi a cura di Federica Savelli.


