Giuseppe Varvaro nacque a Palermo il 19 agosto 1872 primo di cinque figli. Il nonno materno, Pietro Cutrera, fu autore di opere liriche e finanziò la costruzione del teatro Garibaldi; un suo zio, Luigi Pedone Lauriel, era libraio ed editore almeno localmente molto rinomato. Suoi parenti anche i futuristi Vito Masnata e Vittorio Corona. Il padre Francesco scrisse romanze d’amore. La madre era Aurora Cutrera.
L’ambiente in cui crebbe era quindi particolarmente favorevole per chi, come Giuseppe, avesse inclinazioni letterarie. Il suo primo libro di novelle, Anime deboli, trova subito, nel 1893, un editore e viene favorevolmente accolto dalla critica.
Non sarĆ cosƬ per i successivi suoi lavori che restano inediti fino all’uscita del suo secondo volume di novelle L’eterno anelito, che viene dato alle stampe nel 1904 dall’editore Roux e Varengo.
Nel frattempo collabora con i periodici letterari palermitani come la «Rassegna siciliana di storia, letteratura e scienze sociali» di G. Federico Pipitone e L. Lanza di Scalea e «Flirt» di S. Marraffa Abate, scrivendo recensioni, novelle e articoli sempre di tema letterario. Negli anni successivi collabora con dei racconti con «Il Fanfulla della domenica». Ottiene poi un impiego alla Cassa di Risparmio di Palermo, senza però smettere di occuparsi di letteratura.
Il fratello Pietro è stato poeta con tre libri di poesie pubblicati tra il 1939 e il 1949; il più giovane dei fratelli, Giovanni, fu un noto pittore futurista e negli anni venti del novecento fu animatore di un gruppo di intellettuali futuristi. Le due sorelle Rosina e Luigina erano pianista la prima e violinista la seconda.
Giuseppe Varvaro morƬ a Palermo nel 1942.
Fonti:
- Luigi D’Onufrio: La Noce: I Varvaro-Cutrera. Palermo, 1995.
- Profilo bio-bibliografico, in Anime deboli Caltanissetta, 1997
- Archivio Storico Futuristi Siciliani a cura di Salvatore Carbone
http://www.archiviostoricofuturistisiciliani.it/giovanni-varvaro/
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Anime deboli
Nell'ambiente contadino della Sicilia di fine ottocento i personaggi che arrancano sui gradini più bassi della scala sociale hanno tuttavia la dimensione umana di una esistenzialità ferocemente offesa; le loro sofferenze li pongono ai margini della storia ma le angosce che li caratterizzano consentono una vita interiore che, forse, in ambienti più privilegiati fatica di più ad emergere. à questo andare oltre alla dimensione economica della sofferenza che caratterizza questi racconti che si collocano letterariamente nell'ultima stagione del verismo.