L’isola misteriosa, opera scritta nel 1874-75 ed uscita a puntate nella rivista “Magasin d’Éducation et de Récréation”, chiude la trilogia di romanzi scientifici di Jules Verne iniziata con I figli del capitano Grant e proseguita con Ventimila leghe sotto ai mari, considerati precursori dei romanzi di fantascienza. La scienza, o meglio la tecnica, è infatti una protagonista fondamentale del romanzo, che si basa sulle avventure di cinque americani, fuggiti in pallone dalla prigionia durante la Guerra di Secessione, e naufragati su un’isola deserta, che non compare sulle mappe. Tra i naufraghi c’è l’ingegner Cyrus Smith che riesce a ricostruire, con l’uso della chimica, della fisica, della metallurgia, dell’idraulica eccetera, le condizioni per una vita civile sull’isola per sè e per i suoi compagni. La prima parte dell’opera è infatti il racconto di come i cinque naufraghi riescano a “domare” la natura selvaggia, anche grazie ad alcuni “fortunati” eventi che non sono spiegabili razionalmente: come fece l’ingegner Smith a salvarsi dal naufragio? da dove proviene una cassa di utensili ritrovati in spiaggia? ed altri simili episodi.

I cinque costruiscono un battello con il quale visitano la vicina isola Tabor, dove ritrovano Tom Ayrton, il “cattivo” de I figli del capitano Grant, ivi abbandonato per espiare le sue colpe, e lo portano con loro. Ayrton cerca di essere accettato nel gruppo dei naufraghi nonostante i suoi delitti: l’occasione di sacrificarsi per i compagni arriva quando un gruppo di pirati sbarca sull’isola e cerca di impadronirsene, ferendo il giovane Harbert e distruggendo il lavoro dei coloni. Altri eventi inspiegabili si susseguono: l’affondamento della nave pirata, la morte dei pirati, il ritrovamento di una medicina per curare Harbert: eventi soprannaturali o presenza di un “genio buono” che protegge i coloni?

L’ingegner Smith vuole risolvere il mistero: in una caverna sottomarina ritrova alla fonda il Nautilus, in cui il capitano Nemo, rimasto solo e prossimo alla morte, offre ai coloni una spiegazione dei suoi misteriosi interventi a loro favore, e narra la sua storia. Dopo la sua morte, i coloni affondano il Nautilus che diventa la tomba del capitano Nemo, ma ricevono da lui un ultimo avvertimento: l’isola è prossima all’esplosione per il risveglio del vulcano che ospita. La catastrofe distrugge l’isola, ma i coloni si riescono a salvare restando sull’ultimo scoglio affiorante, e vengono infine ricuperati dal Duncan, con cui Robert Grant era venuto a liberare Ayrton dal suo esilio.

Ispirato al romanzo di Defoe Robinson Crusoe, ed al racconto autobiografico del proprio naufragio scritto da François Édouard Raynal, Les Naufragés, Verne ottenne un enorme successo con questa sua opera. La trama ha dato ispirazione a numerosi film, adattamenti televisivi, fumetti e di recente anche videogiochi. Il lettore attento della trilogia si accorgerà anche che ci sono alcune incoerenze temporali fra le tre avventure: Smith afferma di conoscere le avventure del Nautilus avendo letto il resoconto del professor Aronnax… la cui storia si svolge tre anni dopo il naufragio sull’isola! E se la prima parte del romanzo mostra come l’uomo riesca a domare la natura, la conclusione riafferma invece il potere della natura sull’uomo, ed è risaputo che il lieto fine, con il salvataggio da parte del Duncan, non era quello che Verne pensava in origine, ma fu scritto per imposizione dell’editore.

Questa edizione italiana, riccamente illustrata, e riassunta rispetto al testo originale francese, è a cura di A. Falchetto. Sono comunque disponibili diverse traduzioni integrali italiane, anche recenti.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Durante il terribile uragano che imperversò sul Pacifico dal 18 al 26 marzo del 1865, e che devastò foreste, città, spiagge, lungo le coste d’America, d’Asia e d’Europa, un pallone si librava in balìa del ciclone, sopra la vastità
tempestosa del Pacifico.
Pareva una festuca, sbattuto spaventosamente da ogni banda, in balìa d’una tromba d’acqua marina turbinosa.
Una leggera navicella di vimini pendeva dalla sua appendice inferiore e recava a bordo cinque passeggeri, le cui vite oramai potevano dirsi perdute.
— Il mare è sotto di noi!
— Il mare! il mare! a non più di duecento piedi!
— Giù la zavorra!
— Presto!
— Il pallone si risolleva?
— No!
— Sì!
— Buttate giù tutta la zavorra e che Dio ci guardi!
Queste parole concitate dei cinque uomini si sarebbero potute udire, sopra quel deserto d’onde ribollenti, se voce umana avesse potuto superare il fragore della tempesta.
Il buio era fitto. Nè si sarebbe potuto dire se quel buio provenisse dalla notte o dalla densità delle nerissime nubi, tra le quali il pallone era preso, come in un caos.

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titolo:
L’isola misteriosa
titolo per ordinamento:
isola misteriosa (L')
descrizione breve:
L'isola misteriosa, opera scritta nel 1874-75, chiude la trilogia di romanzi scientifici di Jules Verne iniziata con I figli del capitano Grant e proseguita con Ventimila leghe sotto ai mari, considerati precursori dei romanzi di fantascienza. La scienza, o meglio la tecnica, è infatti una protagonista fondamentale del romanzo, che si basa sulle straordinarie avventure di cinque americani, fuggiti in pallone dalla prigionia durante la Guerra di Secessione, e naufragati su un'isola deserta, che non compare sulle mappe.
autore:
opera di riferimento:
L’isola misteriosa / Giulio Verne; a cura di A. Falchetto. - Firenze : Bemporad, 1914 - 310 p., [8] c. di tav. ; 19 cm.
cura:
A. Falchetto
licenza:

data pubblicazione:
31 maggio 2021
opera elenco:
I
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Mario Sciubba Caniglia
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Gabriella Dodero