Dall’incipit del libro:
Da Val di Castello a Bolgheri i cimiteretti sono tagliati in mezzo a floridi vigneti, un quadrato di cipressi presenta rigido le armi lanceolate . Dalla camera mortuaria alla prima tinaia non c’è che un tiro di schioppo. Sotto al muro che recinge l’isoletta dei morti, le radici della vite e del cipresso si stringono come mani di amici:
E non sapeva
l’uno che da un sentiero
di morte egli cresceva;
e non sapeva l’altra
che le foglie d’autunno
s’arrossano alla brina
come sangue, ed al vento
cadono come gocce
di pianto.
Quando l’estate si è del tutto spenta, nell’autunnale quiete le ultime pampine delle viti ardono come fiammelle al calcio dei cipressi terminali e i cipressi, nello sfacelo, spiccano più neri e risoluti.


