Dall’incipit del libro:
La parola «Coloniali» era dipinta, tanti tanti anni fa, sopra una insegna di lamiera color pancia di topo. Le lettere vi spiccavano sopra in celeste prussiano. I rivendito ri dei «coloniali», liquirizia ed altri generi, erano svizzeri; quelli del paese, di cendo «gli Svizzeri», incorporavano nome, cognome e i generi diversi che costoro smer ciavano all’ingrosso e al minuto. I marinari anche quando si trovavano con il bastimento all’ancoraggio nei porti di Barcellona o di Marsiglia, dicevano al ragazzo di bordo:
– Vai dagli Svizzeri, e prendi una libbra d’acquavite e una di rumme. – Il ragazzo entrava nella prima rivendita di liquori che incontrava: sicuro sicurissimo di essere capitato dagli Svizzeri. «Gli Svizzeri» di Viareggio avevano la loro rivendita sull’angolo di Via di mezzo, quasi dirimpetto ad una taverna denominata «Il Prometèo», sul cui nome strambo un poeta aveva rilevato la seguente quartina:
Se ti dà l’animo d’andar per vezzo,
vicino all’angolo di Via di mezzo
vedrai l’insegna, con la lanterna
del Prometèo fatto taverna.


