Dall’incipit del libro:
Il marchese Alfonso Orlandi, uomo di tatto se non di spirito, subito si era accorto che ci faceva la parte del terzo incomodo: per ciò, passati neppure dieci minuti in ciarle inconcludenti, si alzò dalla poltrona, e con l’inchino misurato del gentiluomo corretto, porse la mano guantata alla bella padrona di casa.
– Contessa: a rivederci.
– Così presto!
– Si figuri con che piacere rimarrei: ma ho ancora cinque o sei visite da fare e alle sei devo trovarmi al municipio, col conte….
– Questo municipio!
– Salute pubblica, contessa! – esclamò il marchese, sorridendo.
– Ma, dunque, c’è pericolo!
– Dicono.
– Dio! quel mio marito è tanto preoccupato!… da che lo hanno delegato all’igiene, è diventato proprio un uomo impossibile; son due giorni, si figuri, che lo vedo e non lo vedo. Stamane, m’ha fatto sapere che farebbe nottata al municipio. Ma, dico io, bisogna essere matti!

