Dall’incipit del libro:

Policarpo De-Tappetti, incauto padre e scrivano presso il Fondo per il culto, ha promesso al figlio Agenore, sei anni e quattro mesi, di condurlo al Macao. – Agenore – gli ha detto, la sera del sabato, con accento severo
– tu appartieni a una nazione di ben trenta eziandio milioni di abitanti, non ficcarti le dita nel naso! a una nazione che è stata maestra di civiltà…. non grattarti! perdio, la testa, quando parla papà, hai capito? a una nazione insomma, di cui è operoso scrivano colui che ti ha messo all’onore del mondo. Domani è la festa dello Statuto.
– Papà, che cos’è lo Statuto?
– Lo Statuto è, figlio mio, quella cosa per cui non c’è che la gente senza educazione, che finga d’ignorare i proprii do veri, tra cui, te lo dico una volta per sempre, quello di ubbidire mammà e papà, e di non fare certe risposte; che non le farebbe neanche un monello di strada. Sono le sette di mattina. Casa De-Tappetti pare un inferno. La signora Eufemia, tutta discinta, con le papillotes in testa, mette sossopra i cassettoni, e butta in aria quanto trova , cercando un involtino di carta azzurra, contenente una dozzina di bottoni per camicia.

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titolo:
La Famiglia De-Tappetti
titolo per ordinamento:
Famiglia De-Tappetti (La)
autore:
opera di riferimento:
La famiglia De-Tappetti di Gandolin Ed. Garzanti, Milano Ristampa del 1946
licenza:

data pubblicazione:
9 novembre 1998
opera elenco:
F
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Alef, haleph@iol.it
pubblicazione:
Alberto Barberi
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it