Dall’incipit del libro:
Di un favore ti prego; di questo: racconta ai tuoi
lettori come è avvenuto che tu hai scritto di me.
Avevo promesso – durante una certa polemica – di scrivere un opuscolo: Pagnacca. Lo feci infatti e la tipografia dell’Avanti! lo compose anche. Ma – schivo come sono sempre stato di dire delle cose mie, le quali contano assai poco – finii per mandare a carte quarantanove l’opuscolo, le bozze e… chi mi sollecitava. Un bel giorno persona a te cara, mi chiese:
– Che cosa ha lei, Serrati, con Paolino?
– Io? Niente. Gli voglio bene, come a tutti gli uomini
buoni e di buona fede. Se sono stato scontroso con lui, forse, qualche volta, non l’ho fatto apposta. Glielo assicuro. Fu così che mi indussi a cavare fuori dalla cartella delle cose morte e seppellite, la mia autobiografia – che non avrei pubblicata mai – e l’affidai a te – buon Paolino – perchè tu ne faccia quello che ti pare.



