Dall’incipit del libro:

Si può dire che Giovanni Giolitti si è iniziato nella politica come crispino. I primi movimenti furono tali. Figlio di un impiegato dello stato anelava uscirne per salire. Egli era intimo di due giornalisti che avevano fatto storia. Firmarono tutti e tre la circolare che invitava il collaboratore massimo della liberazione siciliana a un grande banchetto politico a Torino. I due firmatari, compagni di Giolitti, erano Bottero, direttore della Gazzetta del Popolo , e Roux, direttore della Piemontese . Fu una amicizia durata poco. Una volta nel gabinetto Giovanni Giolitti si è sentito raffreddato. Crispi lo chiamava nei dietroscena con soprannomi antipiemontesi e antipatici. Li li per salire al posto di presidente dei ministri Crispi gli fu ingrato. Gli portò via dei ma ttoni di sotto i piedi. Ho questo dialogo curioso:
— In questo non ci sarebbe che lei, on. Crispi, gli disse, non so se ironicamente o seriamente, Umberto che lo aveva ricevuto per la consultazione.
— Mi metta da parte, maestà: io sono vecchio, non ho innanzi a me molti anni per giungere a svolgere tutto in un programma di governo.

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titolo:
Giovanni Giolitti
titolo per ordinamento:
Giovanni Giolitti
autore:
opera di riferimento:
Giovanni Giolitti : l'ultimo ministro di Vittorio Emanuele III : ambientato nel casaldiavolo delle "radiose giornate" fino all'occupazione delle fabbriche e alla tatuazione dei pescicani e delle loro "femmine", di Paolo Valera; Collana "Gli uomini della "Folla", pubblicazione mensile; Casa Editrice La Folla Milano, 1920
licenza:

data pubblicazione:
27 maggio 2007
opera elenco:
G
soggetto BISAC:
FICTION / Classici
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Paolo Oliva, paulinduliva@yahoo.it