Alice Muriel Williamson firma con il marito questo romanzo del 1921, ambientato fra l’animata Londra delle strade affollate, dei veglioni, dei Grandi Magazzini e l’atmosfera cupa e misteriosa di un antico castello inglese. L’eclettica autrice, che nella sua produzione letteraria si era già cimentata in svariati sottogeneri del romanzo, in questo abilmente li mescola: con la trama principale, il classico giallo in cui l’omicidio iniziale dà il via alle indagini, si intrecciano così le storie d’amore, le ambientazioni gotiche con tanto di fantasmi e di stanze segrete, le avventure pericolose, le sorprendenti agnizioni.
Fin dal primo capitolo, il ventiquattrenne Ugo Egerton si trova immerso in un’atmosfera di pauroso mistero. È notte: smarritosi in una fitta e tenebrosa boscaglia, vede sopraggiungere una carrozza, il cui proprietario lo accoglie a bordo per portarlo in quella che diverrà poi “la casa scomparsa”. Lì col viso coperto da una maschera nera, lo accompagna da una donna, giovane e sana ma tuttavia consapevole di dover morire di lì a poco, affinché, da persona devota qual è, le arrechi conforto pregando per lei.
«era non soltanto assai giovane e bellissima, ma apparentemente in perfetta salute. Era pallida, sì, ma non di un pallore malaticcio. Intorno a quel viso così bianco i capelli sciolti facevano una cornice di un meraviglioso color bronzo ramigno. Gli occhi, poi, brillavano come stelle.»
Il giorno dopo, a Londra, il fratello di Ugo vede una giovane bellissima, con “una gran massa di capelli di un bronzo ramigno”, e se ne innamora perdutamente; prima di perderla di vista, riesce a sentire che andrà l’indomani ad un veglione in maschera al Covent Garden. È qui che, in una scena teatrale ingegnosamente allestita dall’assassino, improvvisamente fa la sua apparizione il cadavere, sconvolgendo tutti i presenti ma soprattutto i due fratelli e un misterioso frate.
Per rendere più avvincente la trama, la narratrice segue alternativamente diversi personaggi, segmentando la rievocazione delle vicende attraverso percezioni individuali, e quindi parziali, di esse. Il lettore è quindi sollecitato ad assemblare le molteplici tessere, cercando di ricostruire il mosaico per arrivare a scoprire l’assassino prima della polizia locale, di Scotland Yard, di un misterioso personaggio e dei tre protagonisti, fortemente motivati, per motivi diversi, nella ricerca della verità.
La traduzione è a cura di Alfredo Pitta (1975-1952) https://www.liberliber.it/online/autori/autori-p/alfredo-pitta/
Sinossi a cura di Mariella Laurenti
Dall’incipit del libro:
— Addio, Ugo! Ci rivedremo a Londra venerdì.
— Arrivederci, Derek! E non dimenticartene.
— Ti pare! Buon viaggio; e speriamo che Alwyn stia meglio.
Il treno cominciò a muoversi, lentamente; e i due fratelli, sorridendosi, si salutarono ancora agitando la mano. Erano entrambi bei giovani, ma si rassomigliavano soltanto nell’espressione generale del viso, chè quanto alla figura ed ai lineamenti erano diversissimi l’uno dall’altro.
Derek Egerton aspettò sino a che il treno disparve ad una svolta del binario, poi uscì dalla stazione, fischiettando. Un gruppo di ragazze che erano state anch’esse ad accompagnare qualcuno lo seguì con gli occhi.

