Si ringraziano gli autori e la casa editrice Edizioni Ambiente per aver consentito la pubblicazione con la clausola: si consente la riproduzione parziale o totale dell’opera e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta.
Dall’incipit del libro:
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Tempo prima, sull’Appennino, era scappata una pantera nera. Gli studenti avevano occupato facoltà in tutto il territorio nazionale, mandandosi messaggi via fax. Il movimento divenne noto come la Pantera. Il Rock che vendeva era duro, Nirvana, Jane’s Addiction, Pearl Jam. Molecole bagnavano cervelli, tutto veniva recuperato e frullato. Il culto della felicità originava da Wall Street in vibrazioni concentriche, il comparto farmaceuticochimico giganteggiava, surrogato di ministero della difesa tarato sull’individuo, pronto a produrre inusitati implementi in grado di arginare tutte le brutte cose che passano per la mente, Bomba Prozac+, V-2 biochimica dipinta d’arcobaleno, Desert Storm alle spalle, George I e i repubblicani alle spalle.
L’onda lunga bagnava le nostre coste, il paese fatto a stivale, il bel paese: dopo l’uscita di scena degli uomini della prima repubblica sembrava vivesse, si riproducesse e girasse per strada una nuova generazione di uomini, gli ultimi uomini, nuovo modello di uomini che non doveva più preoccuparsi di nulla, le cose sarebbero state amministrate in maniera corretta, i ladri tutti in galera, i corrotti tutti in galera, i fiancheggiatori tutti in galera; i nomi nuovi erano Tonino Di Pietro, Mariotto Segni, eroina-revival per le strade, nuovi anni ottanta, un embrione di ipocrita autocoscienza in più.



