Dall’incipit del libro:
Tra i numerosi commessi del grande negozio di maglieria Adolfo Scotti e C., la signora cercava degli occhi il suo commesso di fiducia, il Baganella, che sapeva i gusti, dava buoni consigli, veniva a patti sui prezzi «proprio perchè è Lei», e le faceva trovar tutto a casa o le mandava tutto in villa con esattezza scrupolosa. Ma Vittorina Ornavati non riusciva a vederlo tra quel viavai. Il direttore, abbandonando il banco e la cassa per un istante, le andò incontro con la sollecitudine che meritava una cliente di sì grande importanza, e salutò lei e suo marito,
sorridendole con discrezione.
– Cerca del Baganella, signora Ornavati? È in licenza per un mese; stava poco bene…. Ma le
indicherò un altro giovane di cui sarà contenta….
– O Celso, il Baganella sta poco bene! – disse Vittorina con voce dolente a suo marito.
– Chi? – rispose Celso Ornavati. – Ah, mi dispiace! Speriamo che guarisca….
Egli non sapeva chi fosse quel Baganella; fumava la sigaretta, guardando una giovane troppo elegante che comperava maglie di seta troppo fini…. Ma dal momento che non stava bene, era giusto augurargli di guarire; se poi non fosse guarito, sarebbe stato lo stesso. Celso Ornavati era gentile e distratto: si dilettava di pittura, di musica, di letteratura, di filosofia, con la misura giusta per non riuscire a nulla, e fumava sessanta sigarette al giorno. Quel giorno aveva letto in treno, accompagnando Vittorina dalla villa in città, gli aforismi di Oscar Wilde; ed era in cerca di aforismi egli pure per provarcisi.
– Mi aspetti? – riprese Vittorina, mentre seguiva il direttore. – Non starò molto.
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