Articoli e discorsi di Benito Mussolini apparsi sul quotidiano “Il Popolo d’Italia”, in un periodo temporale che va dalla creazione dei Fasci Italiani di Combattimento nel 1919, fino alla sua trasformazione in Partito Nazionale Fascista (1921).

Dall’incipit del libro:

Uno degli obiettivi che il movimento dei «Fasci d’Azione Rivoluzionaria» si prefiggeva era quello di creare o di contribuire a creare nelle masse proletarie uno «stato d’animo» simpatico nei riguardi della eventualità di un’azione militare dell’Italia contro gli imperi centrali. Tale obiettivo può dirsi raggiunto e questa constatazione non è un atto di vana superbia. Nelle moltitudini operaie — specie delle grandi città — si guarda ora alla possibilità della guerra con occhio e con animo diversi: non più l’ostilità cieca e irragionevole e preconcetta, ma agnosticismo e molto spesso l’adesione esplicita alla tesi che vien chiamata «guerrafondaia» ed è la nostra. Le masse dove non siano convinte, sono per lo meno «turbate». Ripetono — è vero — meccanicamente, la formula d’opposizione alla guerra, ma il dubbio apre a poco a poco la sua breccia nell’animo di queste masse e le defezioni aumentano. Il numero dei «Fasci» è la prova che questo «stato d’animo» esiste ed è qua e là giunto alla consapevolezza politica e pratica dei doveri che l’epoca attuale impone ai sovversivi italiani. La creazione di questo «stato d’animo» è di una importanza capitale in rapporto alla guerra. Un soldato che si batte sapendo il perché, un soldato che ha la coscienza del suo compito in un dato momento della storia — quella coscienza che non mancava per esempio ai magnifici soldati della Grande Rivoluzione — è un soldato che vince e noi dobbiamo vincere a qualunque costo. La Germania si prepara a una vera guerra di sterminio contro di noi. Le atrocità del Belgio si rinnoverebbero centuplicate nei villaggi, nelle borgate, nelle città di Lombardia e del Veneto, qualora i tedeschi riuscissero a sfondare le nostre linee. Inoltre dobbiamo vincere per fiaccare una buona volta questa egemonia prussiana che infastidiva ed opprimeva il mondo intero. Ciò è pacifico, ormai.

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