Pubblicato Dante ‒ La Divina Commedia di Paolo Emiliani-Giudici.
Dall’incipit del libro:
Non molto tempo prima che la morte lo rapisse alle lettere, Ugo Foscolo, in fronte ad una edizione della Commedia di Dante, scriveva le seguenti parole: «Da che l’Autore si tolse per soggetto della Commedia il secolo suo ed ei se ne fece protagonista, l’animo mio era che fosse preceduta da un volume col titolo: Storia della vita, de’ tempi e del poema di Dante. E perchè tanta dottrina in letteratura e scienze, della quale le opere di lui sono talvolta luminosissime, non poteva originare da ispirazione, io intendeva di corredare ciascuna Cantica di alcuni Discorsi brevissimi, ne’ quali la Storia e la Poesia s’illustrassero scambievolmente, non solo intorno agli avvenimenti dell’età media accennati da Dante, ma molto più intorno alle fonti antiche, dalle quali il lume della filosofia de’ Romani e dei Greci, traversando a raggi rotti ed incerti per entro i secoli tenebrosi della barbarie, era giunto quasi a riaccendersi nella sua mente. ‒ Adunque parevami che potesse riuscire opportunissimo commento il premettere alla prima Cantica un Discorso intorno alle condizioni civili dell’Italia, perchè l’originalità dell’ingegno di Dante risultò in gran parte dalla originalità de’ suoi tempi; e però nell’Inferno ei ritrasse l’umana natura qual’ei la vedeva schietta, violenta ed eroica, e quale vive a patire e operare fortemente in tutte le età mezzo barbare. Al Purgatorio, dov’ei più spesso allude alle lettere, alle belle arti, alle case regnanti, alle leggi e ai costumi del suo secolo, e si compiace di ragionare con poeti e pittori e cantori e artefici di stromenti, era destinato un Discorso intorno alla letteratura di quell’età, a fine di rintracciare i principii e i progressi e le modificazioni della civiltà, alla quale il genere umano Europeo cominciava allora a rinascere. E alla Cantica terza era da premettersi un Discorso su lo stato della Chiesa d’allora……»