Dames don’t care è il terzo romanzo della serie di Lemmy Caution, scritto nel 1937, ma è il primo della serie ad essere stato pubblicato in Italia nell’ottobre del 1947. Per questo il titolo italiano, È arrivato Lemmy Caution, vuole sottolineare appunto l’arrivo in Italia delle avventure dell’agente federale dal potente cazzotto, dall’infaticabile dinamicità e dall’irresistibile ascendente sul gentil sesso.
Mondadori aveva da poco pubblicato In fondo al lago di Raymond Chandler con buon successo, e intendeva proseguire a presentare al pubblico italiano il “giallo d’azione” che, volendo ridurre schematicamente in categorie il genere, si contrappone al “giallo scientifico” – rappresentato soprattutto da Agatha Christie che proseguiva la tradizione di Sherlock Holmes, padre spirituale di tutti i detectives. C’era poi l’eclettismo di Edgar Wallace che, sorretto da una inesauribile fantasia, percorreva con successo entrambe le “categorie” passando con efficacia dall’azione e movimento alla precisione e infallibilità dei suoi investigatori.
Dal punto di vista del successo presso il pubblico non c’è dubbio che Peter Cheyney aveva fatto irruzione come un bolide. Le vendite in Inghilterra e negli Stati Uniti erano altissime fin dalla seconda metà degli anni trenta. In Italia le condizioni politiche avevano scoraggiato le iniziative di traduzione dei romanzi di Cheyney fino al dopoguerra.
La scelta del romanzo di apertura non fu “cronologica” ma si scelse questo Dames don’t care perché certamente uno dei più spettacolari: l’agente federale americano si muove tra una sperduta cittadina del deserto californiano e New York con una puntata persino in Messico sulle tracce di una losca banda di falsari che con intrigo astuto tenta di addossare ad una splendida donna i propri crimini. Ovviamente Lemmy Caution riesce con coraggio e spregiudicatezza a trovare il bandolo dell’intrigo e a schivare abilmente tutte le trappole. Non è solo il cervello a dover entrare in azione, ma tutta la vicenda è una vera e propria “corsa” contro gli avversari; avventura e movimento la fanno da padrone per condurre Lemmy Caution a dover freneticamente misurarsi a scazzottate e pistolettate con falsari e assassini, senza trascurare la pervicace attenzione riservata alle donne, delle quali tuttavia normalmente non ha poi un gran concetto… Ma anche questo rientra nel tono scanzonato e irridente che conduce Caution attraverso imprese ardue senza trascurare la buona cucina, i liquori forti e le bellezze femminili.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Dio, che caldo!
All’inferno non ci sono mai stato, ma non credo che possa essere piú caldo di questo deserto californiano in luglio.
Ho già oltrepassato Indio e credo che fra poco comincerò a vedere le luci di Palm Springs. E vado a tutta velocità… il tachimetro segna ottanta. Se non facesse cosí caldo, sarebbe una serata incantevole, ma non soffia nemmeno un po’ di brezza, e per giunta ho la gola piena di sabbia.
Arrivo su un rettifilo ed ecco le luci di Palm Springs in lontananza. Quelle luci mi dicono che Palm Springs, come città del deserto, non è poi tanto piccola. Infatti ci si trova di tutto… collane di diamanti, profumi da cinquanta dollari la bottiglia, whisky di tutte le marche… Palm Springs è una di quelle località dove si può risparmiare tempo perdendo simultaneamente la propria reputazione e la camicia.
Entro in città e sono stanco morto. Tuttavia canto una canzonetta, la canzonetta che ho imparato da un cow-boy, che la suonava sulla chitarra. Racconta di una ragazza tradita che ha pugnalato l’amante fedifrago. Chissà quante ragazze ci sono a Palm Springs capaci di fare altrettanto. Magari hanno paura di un topolino, ma ti piantano uno stiletto nel ventre con la stessa disinvoltura con la quale mangiano le noccioline americane. Le ragazze, alle volte, sono fatte cosí… ma forse voi la sapete lunga in proposito.
Scarica gratis: È arrivato Lemmy Caution! di Peter Cheyney.