Leonardo affidò morendo i suoi scritti al discepolo prediletto Francesco de’ Melzi che li custodì gelosamente nella sua villa a Vaprio adiacente al castello. Alla morte di Francesco i settemila e più fogli cominciarono a disperdersi. Su questa dispersione ci sono studi molto interessanti; ricordo almeno quelli di Luca Beltrami (Polifilo) Le vicende dei manoscritti di Leonardo e l’attesa edizione nazionale (febbraio 1919, “Emporium” n. 290) e di don Ambrogio Mazzenta, Le Memorie su Leonardo da Vinci ripubblicate ed illustrate da Don Luigi Gramatica (Milano 1919). Il volume dal quale è stato tratto il presente e-book è uno dei tanti che raccoglie, in maniera più o meno completa e coerente, gli scritti di Leonardo che non riguardano direttamente i suoi studi scientifici. Ma la sua particolarità e valore è dato dall’essere curato e prefato da Edmondo Solmi, i cui studi e monografie sulla figura e opera di Leonardo da Vinci sono ancora oggi di importanza basilare per chi voglia conoscere il più grande scienziato e studioso del Rinascimento.

«Grandissimo filosofo» fu definito Leonardo dal re di Francia, come ci narra Cellini. Ma “filosofo” in quei tempi significava soprattutto studioso di scienze naturali. Per questo antologizzare degli “Scritti letterari e filosofici” di Leonardo risulta sempre scelta opinabile e discutibile. Aggiungiamo che Leonardo stesso aggiunge elementi che inducono a considerare il suo pensiero come un “corpo unico”. Dice per esempio nel Trattato della pittura:

«Adunque la pittura è filosofia […] perché essa tratta del moto dei corpi nella prontitudine delle loro azioni, e la filosofia ancora lei si estende nel moto».

Inoltre Leonardo non scriveva ai fini di una pubblicazione. Annotava e disegnava sul suo libriccino “che teneva sempre alla cintola” le osservazioni e gli esperimenti che veniva facendo, ma anche le geniali intuizioni, i suoi ricordi personali (che sono infatti le fonti più importanti relative alla storia della sua vita). Come è noto inoltre – e anche questo rende difficili le ricostruzioni dei suoi scritti – Leonardo era ambidestro per natura e scriveva con la sinistra e “a rovescio” cioè da destra verso sinistra. Chi edita e cura le moderne edizioni degli scritti di Leonardo può quindi riferirsi agli originali o alle trascrizioni pazienti di studiosi come il Piumati. Trascrizioni che sono avvenute solo dopo 400 anni durante i quali il suo pensiero è rimasto nascosto nelle sue pagine indecifrate. Quello che emerge da queste trascrizioni è un materiale grezzo e personale, abbozzi da sviluppare in futuro. Questo non impedisce tuttavia un certo gusto per la ricerca di una “buona forma” anche se attraverso tentativi spesso frammentari e interrotti. Si porta spesso ad esempio di questo soprapporsi di pensieri il frammento 265 del Codice Atlantico, nel quale Leonardo parla degli “esempi e pruove dell’accrescimento della terra”, dove parla di civiltà sepolte e colonne inghiottite dal suolo, ma quando dovrebbe accingersi a parlare dei fossili si interrompe. Capovolge il foglio e scrive un “poemetto in prosa” (così fu definito): Il mostro marino. Questo breve componimento manca in questa edizione ma lo si può leggere nell’edizione degli Scritti letterari presente in questa biblioteca Manuzio, più recente e completa e curata da Augusto Marinoni.

Le Favole sono forse l’esempio del maggior impegno di Leonardo per lo “stile”, anche se si rilevano facilmente forti disomogeneità tra di esse. Sembra che talune siano solo tracce di argomenti da svolgere, altre sono invece scandite da un ritmo più elaborato e caratterizzate da una scelta più accurata dei vocaboli e degli aggettivi, oltre che da incisi e subordinate. Le Profezie sono probabilmente indovinelli preparati, sembrerebbe, al fine di essere letti a raduni di amici, alla corte del Moro soprattutto. Il titolo deriva dal fatto che il verbo sempre al futuro conferisce ai singoli componimenti il tono profetico. Letterariamente si può rilevare il contrasto, certamente voluto, tra la solennità impartita dallo stile e il movente faceto e scherzoso. Trova quindi spazio lo stupore per le forze misteriose e arcane che paiono governare la natura, la meraviglia dell’osservatore per il mondo circostante. I limiti di questa edizione – che, ricordiamo ancora una volta, è impreziosita dalla prefazione di Solmi – sono quelli dai quali nessuna edizione degli scritti leonardeschi può andare esente. Ci ricorda Favaro, in Passato presente e avvenire delle edizioni vinciane, che

«gli errori di interpretazione sono la gran piaga di tutte le pubblicazioni di manoscritti vinciani; non ne è andato immune alcuno degli editori di essi, nemmeno dei più sperimentati; ed è da aspettarci che ne commetteranno anche coloro che in avvenire attenderanno a questi lavori, sicché non sia il caso di lapidare alcuno per questo motivo; bensì […] dovranno adoperare la massima diligenza, moltiplicare le revisioni e i riscontri […] e poi recitare il veniam domusque petimusque vicissim».

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

LE FAVOLE

I. ‒ L’IRREQUIETEZZA.
Il torrente portò tanto di terra e pietre nel suo letto, che fu costretto a mutar sito.

II. ‒ LA CARTA E L’INCHIOSTRO.
Vedendosi la carta tutta macchiata dalla oscura negrezza dell’inchiostro, di quello si duole; il quale mostra a essa, che per le parole, che sono sopra lei composte, essere cagione della conservazione di quella.

III. ‒ L’ACQUA.
Trovandosi l’acqua nel superbo mare, suo elemento, le venne voglia di montare sopra l’aria, e, confortata dal foco elemento, elevatasi in sottile vapore, quasi parea della sottigliezza dell’aria. Montata in alto, giunse infra l’aria più sottile e fredda, dove fu abbandonata dal foco; e i piccoli granicoli, sendo restretti, già s’uniscono e fannosi pesanti, ove, cadendo, la superbia si converte in fuga. E cade dal cielo; onde poi fu bevuta dalla secca terra, dove, lungo tempo incarcerata, fece penitenza del suo peccato.

Scarica gratis: Frammenti letterari e filosofici di Leonardo da Vinci.