All’inizio del 1937 uscì in Italia il film La tragedia del Bounty con regia di Frank Lloyd e interpretato da Charles Laugthon nei panni del capitano Bligh e da Clark Gable in quelli di Christian Fletcher. Lea Schiavi, che si interessava di cinema e giornalisticamente frequentava Cinecittà, fu certamente colpita da questo film e ne trasse un romanzo che a ottobre dello stesso 1937 fu stampato nella collana di Sonzogno “Il romanziere illustrato”. Infatti l’edizione è corredata da numerose foto di scena tratte dal film e di proprietà della Metro Goldwyn Mayer, per cui non le abbiamo riprodotte in questa edizione digitale.
Tanto il film – accuratissimo nei costumi e nel rispetto della scenografia d’epoca – che il romanzo sono ricchi di imprecisioni storiche. Citiamo solo la più evidente, cioè la confusione fra il maestro d’armi Churchill e John Adams. Il primo non giunse mai a Pitcairn in quanto che dopo l’ammutinamento decise di restare a Tahiti, mentre il secondo fu l’ultimo degli ammutinati a morire dopo essere rimasto unico maschio superstite delle faide e violenze che si scatenarono fra gli ammutinati e i tahitiani che avevano seguito i primi a Pitcairn. Adams non è mai menzionato nel racconto di Lea Schiavi ed il suo ruolo e il suo operato è invece attribuito a Churchill.
Ma, imprecisioni a parte per le quali ovviamente il valore “storico” del romanzo risulta piuttosto sminuito, la narrazione procede con scioltezza e credo che colga gli aspetti cardine della sorte della piccola colonia a Pitcairn che era composta dai nove ammutinati, guidati da Christian Fletcher, che non erano rimasti a Tahiti oltre a sei uomini e dodici donne e un bambino tahitiani. Il romanzo, dopo aver narrato nei primi capitoli le vicende dell’ammutinamento, è temporalmente collocato tra il 1790, anno dell’approdo a Pitcairn del Bounty, fino al 1808 quando una nave statunitense giunse a Pitcairn scoprendo quindi il mistero della sorte degli ammutinati che non erano più stati ritrovati. Il solo Adams era ancora vivo (Churchill nel romanzo di Lea Schiavi), perché fin dal 1794 i maschi polinesiani erano tutti morti e degli ammutinati erano rimasti in vita solo in quattro. La violenza aveva preso il sopravvento e le due fazioni avevano iniziato ad ammazzarsi a vicenda. I quattro maschi rimanenti dovettero fare i conti con la “scoperta” dell’alcol che riuscirono ad estrarre da delle radici; Young morì di malattia respiratoria.
La peculiarità e l’interesse del romanzo è di avere avuto la scrittrice la capacità di ricostruire queste vicende ponendosi soprattutto dal punto di vista delle donne tahitiane che erano nel frattempo divenute compagne degli ammutinati e madri dei loro bimbi. Quindi l’attenzione della scrittrice converge sul loro modo di cercare di arginare la violenza dilagante e su come comportarsi per sfuggire a questa e costruire invece una colonia pacifica. Il superstite Adams/Churchill darà il suo contributo insegnando a donne e bambini le regole della religione basandosi sull’unico libro a disposizione, cioè una Bibbia. Il romanzo si chiude con l’arrivo della nave Topazio e il finale è di radiosa speranza:
«Il sogno di Christian Fletcher si era alfine realizzato. Charles Churchill aveva trasformato quell’isola, che per un periodo di tempo era stata un inferno abitato dai più crudeli e sanguinari dèmoni, in un paradiso terrestre dove regnavano la pace e la serenità.»
Gli sviluppi seguenti della colonia furono poi in realtà tutt’altro che sereni e tranquilli, perché un conto è vivere isolati e ignoti al mondo e un altro conto è invece doversi rapportare con l’inserimento in una comunità più vasta, con le diatribe coloniali, fronteggiare il problema della sovrappopolazione dapprima e poi dello spopolamento. Insomma, il paradiso in terra non è mai duraturo, neppure in una piccola isola sperduta e sconosciuta e neppure se transita attraverso un’espiazione violenta e crudele come quella descritta efficacemente in questo romanzo.
Il film di cui ho parlato più sopra è basato principalmente sul romanzo di Nordhoff e Hall – figurano infatti come autori del soggetto – che possiamo leggere qui: https://liberliber.it/gli-ammutinati-del-bounty-di-charles-nordhoff-e-james-norman-hall/. Il romanzo è il primo di una trilogia della quale, purtroppo, il secondo e terzo volume non sono mai stati tradotti in italiano.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Correva l’anno 1787, e nel chiaro pomeriggio di quel mese di novembre, insolitamente mite, un frastuono assordante, indescrivibile, su cui si levava a tratti una voce che cantava in falsetto seguita da grasse risate, proveniva da un bastimento a vela, il Bounty, che ancorato nel porto di Spithead era alla vigilia di salpare verso i Mari del Sud per un viaggio che sarebbe durato almeno due anni.
Luridi mercanti dal naso adunco offrivano a quella folla schiamazzante e semiubbriaca, che li pigiava e premeva da tutte le parti, la loro mercanzia.
— Quanto per questa collana? – chiese un marinaio dal torace possente ad uno di quei figli di Abramo, prendendo con le sue dita nere una collana di vetro rosso.
— Dieci scellini – rispose il mercante: – proprio perchè siete voi – aggiunse.
— Ve la pagherò al mio ritorno – sghignazzò il marinaio facendo l’atto d’intascare il vezzo di vetro, ma l’ometto glielo strappò di mano borbottando e si rivolse ad un altro cliente. Ma il marinaio, con una destrezza insospettata in lui, pescò dall’alto della spalla del mercante un’altra collanina e la intascò ridendo senza che il malcapitato venditore ambulante se ne accorgesse.
Gli urli, la musica e la baldoria continuarono per un pezzo. Il rum e la birra scorrevano sempre più abbondantemente, ogni uomo brindava alla salute della sua donna, ogni donna beveva alla salute del suo uomo, e gli amici trincavano alla riuscita del lungo viaggio.
Scarica gratis: Gli ammutinati del «Bounty» all’isola di Pitcairn di Lea Schiavi.