Pubblicato Guglielmo Shakespeare di Carlo Formichi.
Dall’incipit del libro:
Massimo legittimo vanto della nazione britannica è la sua letteratura così ricca, varia, armonicamente materiata di fervida immaginazione e di saggezza equilibrata. Gli è che due elementi etnici hanno concorso a formarla, il celtico ed il sassone, conferendole il primo la vivacità della fantasia, il secondo il profondo senso della realtà. E questi due elementi etnici facilmente si ravvisano nel più grande dei poeti inglesi, in Guglielmo Shakespeare, il quale non senza ragione nacque in Stratford-on-Avon, una piccola città di provincia non lontano dalla valle del fiume Severn, dal teatro, cioè, del conflitto fra sassoni e gallesi. Conosciamo l’anno in cui nacque, il 1564, ma non il giorno. Il bambino fu battezzato secondo il rito anglicano nella parrocchia della città il 26 aprile, e poichè era costume battezzare i bimbi tre giorni dopo la nascita, possiamo inferire che Shakespeare nacque il 23 aprile e nascendo pianse, come qualunque altro essere umano, per essere venuto su questo grande palcoscenico di matti (Lear, IV, 3, 186). Lo avevano preceduto due sorelle, Joan, ancora in vita, e Margaret, morta un anno prima, cioè il 1563. Fu, dunque, il primo maschio che venne ad allietare la casa di John Shakespeare, un possidente di terreni e di bestiame, un uomo giovialissimo, secondo vuole la tradizione, e industriosissimo, in quanto che, ingrassate le sue pecore nei pascoli, ne vendeva la lana, dei vitelli vendeva la carne, di tutte le sue bestie vendeva la pelle, e perciò chi ci dice che faceva l’agricoltore, chi il macellaio, chi il guantaio: la verità è che sapeva bellamente associare tutti questi mestieri conservando la sua qualità di ragguardevole borghese la quale gli valse d’essere chiamato a tenere gli uffici onorifici di consigliere e assessore comunale e perfino di borgomastro.