Quest’opera fu composta nel 1894 da una trentenne Jolanda, già provata dalle traversie della vita, ma che nella scrittura cominciava a trovare una rinascente gioia di vivere. Il volume raccoglie un certo numero di novelle e racconti nei quali, in un continuo alternarsi di sentimenti ora lieti ora, più spesso, mesti, l’autrice narra i giorni delle protagoniste, quasi sempre giovani donne, eroine di un mondo che sembra voler ignorare le loro aspirazioni, la loro delicatezza. Sono i loro miraggi di una vita serena, circondate dagli affetti familiari, miraggi che sembrano non riuscire a divenire mai realtà.
Il primo racconto, il più lungo e più completo, Forte come l’Amore, racconta di una giovane generosa, altruista e determinata a seguire gli studi di medicina in un’epoca in cui questo per una ragazza veniva considerato quasi uno scandalo. Tutti la contrastano e nel suo cuore si affacciano dolorosi momenti in cui la sua decisione irrevocabile sembra vacillare. Arriverà una conclusione, ma non certo quella sognata. Altri racconti rappresentano scene familiari di una borghesia medio alta, in ambienti in cui gli oggetti di ogni giorno, tratteggiati con carezzevole affetto, ricordano le descrizioni impareggiabili delle poesie di Guido Gozzano, in particolare la notissima L’amica di nonna Speranza (1911).
Le relazioni tra donne e uomini sono sempre mediate da tante cose non dette, pensieri non espressi, rimpianti per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, speranze, miraggi di un futuro sconosciuto. La natura compare nella forma di fiori recisi, mazzetti di mammole allacciati alle cinture, rose che inaridiscono nelle scollature, tristi e foschi crisantemi, gelsomini che inghirlandano le finestre.
La sua scrittura risulta, anche se a volte ridondante di elementi descrittivi, sempre tuttavia moderna, originale, come nel racconto La gloria dell’ago, che chiude il volume:
«Uscite dall’ombra, o aghi umili, buoni. Uscite senza ritrosia; è il quarto d’ora della riabilitazione, il quarto d’ora del trionfo.
Ecco, giungono. I primi adescati sono i meno modesti: gli aghi aristocratici che luccicano come minuzzoli di raggi siderali sulla felpa degli astucci, sul raso delle cestelline adorne, in cui trascinano le giornate, oziando, col loro strascico di fili di seta multicolore, sospinti di quando in quando da un ditale d’avorio o d’argento […] Poi arriva la gran moltitudine degli aghi borghesi: aghi solidi, utili, infilati semplicemente di bianco o di nero […]»
Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
Dall’incipit del primo racconto Forte come l’Amore:
Clotilde entrò un poco sbadatamente, cantando, nel salotto terreno della villetta dove accanto alla nonna che raccomodava il bucato, suo fratello declamava con molto fervore, leggendo. C’era anche il loro vicino, l’avvocato Dardanelli.
‒ Ssss! ‒ le fece questi con un’energia così brusca che la inchiodò sulla soglia, muta, sorpresa. Ma Roberto aveva già lasciato ricascare sulle ginocchia le mani, che reggevano il manoscritto, in atto di scoraggiamento.
‒ Quella sgarbataggine… ‒ cominciò a rimproverare seccamente la nonna, levando la testa piccina e ossuta dall’enorme lenzuolo che la seppelliva ammonticchiandosi su una sedia di contro. E dopo un momento di silenzio generale disse a Roberto, guardandolo attraverso gli occhiali amorosamente: ‒ Continua.
Scarica gratis: Il libro dei miraggi di Jolanda (alias Maria Majocchi Plattis).