Il romanzo rosa che iniziò la censura fascista
di Marta Impedovo
Il Post, 10 giugno 2022
Scritto dalla popolare autrice Mura, raccontava la storia d’amore tra una donna bianca e un uomo di origini africane: fu ritirato dopo poco.
Nel 1934, come supplemento alla rivista letteraria Novella, uscì un romanzo rosa che spinse Mussolini a rendere più accentrato il potere di censura in Italia. Il romanzo s’intitolava Sambadù, amore negro e raccontava la storia d’amore passionale e travolgente tra una vedova dell’alta borghesia fiorentina, Silvia Dàino, e un ingegnere di origini africane cresciuto in Italia, Sambadù Niôminkas. Era stato scritto da Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri, una giornalista e scrittrice già molto nota con lo pseudonimo Mura.
Una prima versione della storia era già uscita sulla rivista di moda Lidel nel 1930 ma era passata inosservata. Quattro anni dopo, a Mussolini – che stava preparando la campagna coloniale d’Etiopia – bastò vedere la copertina della nuova edizione con l’illustrazione di un uomo nero ben vestito che teneva tra le braccia una donna bianca, per dare l’ordine di ritirare tutte le copie e mettere l’autrice sotto il controllo della polizia politica. Mura continuò a scrivere romanzi di successo ma quel libro venne dimenticato e per molto tempo restò introvabile. Nel 2010, a 70 anni dalla morte dell’autrice, il libro è diventato di dominio pubblico; nel 2021 è stato reso disponibile online da Liber Liber, un’associazione che pubblica su internet testi liberi dal copyright, mentre lo scorso aprile è stato ristampato dalla casa editrice di autopubblicazioni Ad Astra […]
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