Pubblicato Il secolo nuovo di Giovanni Bovio.
Dall’incipit del libro:
Caro amico,
Non datemi più incarichi di prefazione a scritti di autori nostri dimenticati: è per me una pena. Potevo scriverla per Mazzini: più o meno a fondo, egli è noto. La prefazione presuppone appunto questa notorietà, per poter essere breve e opportuna. Ma il nome di Giovanni Bovio m’ha sollevato da primo nell’animo una profonda malinconia. E poi… mi sono provato invano per essere breve: la sua vita di autodidatta, le contrarietà, le ingiustizie, la povertà, che non l’abbandonò per tutta la vita, e ciò malgrado un fuoco interiore, una Mente solida, a tratti a tratti folgoreggiante come un vulcano, uno spirito di moralità superiore, un carattere! Come riferire, anche brevemente, le linee di questa sua vita combattuta di filosofo combattente, di autodidatta «accademico di nulla accademia» come il Nolano, e accennare alle idee dell’epoca, che fu sua, e di quanto se ne distinse e di quali idee o vedute nuove e intuizioni felici precorse a quelle, che saranno le verità della coscienza comune del domani? Solitario, povero, oscuro, venuto da una città di provincia in Napoli, senza diplomi nè protettori, lunghi anni conobbe «come sa di sale lo pane altrui» vivendo di lezioni private, unico suo presentatore un altro grande solitario e povero come lui, Luigi Zuppetta.