Il romanzo venne pubblicato nel 1850 e questa che qui si presenta, per la traduzione di Giovanni Chiarini, è la prima versione italiana (1851). Nella composizione de Il tulipano nero Dumas ebbe il contributo dello scrittore Auguste Maquet (1813-1888). La collaborazione di Maquet datava già da parecchi anni e da parecchi romanzi, e molti di questi ottennero una trasposizione per il teatro mettendo in vista le sue qualità di drammaturgo. È molto probabile che Dumas avesse avuto la sua collaborazione, oltre a quella di Adolphe de Leuven (1802-1884), di Fréderic Gaillardet (1808-1882) e forse altri, già nel suo primo periodo di scrittore, in cui si era dedicato soprattutto alla produzione di testi teatrali.

La pratica di avere dei collaboratori nella stesura delle proprie opere fu una pratica consolidata in Dumas. Egli si difendeva dall’accusa di non conoscere per intero neanche lui tutte le opere di cui si dichiarava scrittore, sostenendo che anche Napoleone si era avvalso di collaboratori, i suoi generali. E, nel mondo dell’arte, era – e lo è ancora oggi – una prassi diffusa per gli artisti quella di avere una bottega e degli aiutanti che sbozzavano l’opera del maestro. Peraltro molti degli assistenti di Dumas furono intellettuali di buon livello. Esattamente come in una bottega d’arte, Dumas esponeva il tema, la trama, eseguiva una prima stesura e, dopo l’elaborazione dei colleghi, curava la stesura definitiva. Tuttavia se, da una parte, lo stile pecca per la presenza di queste varie mani, rimane però sempre inalterata la forza dell’istinto creatore e dell’azione, tanto da rendere le opere di Dumas sempre molto amate da lettrici e lettori d’ogni tempo.

Il tulipano nero è un romanzo a sfondo storico ambientato nell’Olanda della seconda metà del XVII secolo. Si impone una breve premessa storica.

Nel 1581 era stata proclamata la Repubblica delle Sette Province Unite – tra queste era l’Olanda –, sotto la guida di Guglielmo di Nassau, principe d’Orange, che aveva assunto la carica di statolder (presidente). La Spagna, che dal 1556 governava i Paesi Bassi sotto lo scettro rigido di Filippo II di Spagna erede di Carlo V, riconobbe l’indipendenza olandese solo al termine di una guerra durata fino al 1648 e conclusasi con la pace di Münster/Vestfalia, che sancì definitamente lo stato di fatto. L’Olanda divenne in breve la più prospera e popolosa delle sette province ed esplose il suo periodo di maggiore splendore culturale e artistico, il cosiddetto Secolo d’oro. Tuttavia la situazione politica non era ancora tranquilla. Nel 1650 morì prematuramente lo statolder Guglielmo II d’Orange. Suo figlio, il futuro Guglielmo III d’Orange-Nassau (che avrebbe assunto anche i titoli di re Guglielmo III d’Inghilterra, Guglielmo II di Scozia e Guglielmo I d’Irlanda), nacque circa una settimana dopo la morte del padre. Inevitabilmente la successione provocò lotte interne.

Nel 1667 l’Olanda, aspirando all’indipendenza dagli Orange, abolì la carica di statolder con un Editto perpetuo. Il potere passò a Johan de Witt, che era Gran Pensionario, la più alta carica amministrativa, e ad altri reggenti. In quel periodo però scoppiarono guerre con l’Inghilterra, principalmente per il dominio dei mari, e la Francia ed alcuni principi tedeschi invasero i Paesi Bassi. La situazione era sempre più drammatica. Sentendo l’urgente necessità di avere un condottiero forte, il 27 giugno 1672 venne abolito l’Editto Perpetuo e una settimana dopo gli Stati d’Olanda riconobbero Guglielmo III come statolder e capitano generale. Il popolo, cercando capri espiatori, si rivoltò contro i personaggi politici che avevano assunto il potere dopo la proclamazione dell’Editto Perpetuo, tra i quali appunto Johan de Witt, e ritenne ingiustamente che egli, insieme col fratello Cornelis e altri, avesse tramato a fianco del re di Francia Luigi XIV contro Guglielmo. Vi fu una sollevazione violenta a favore del principe d’Orange che condusse al linciaggio dei de Witt. Negli annali della storia olandese quell’anno, uno dei più bui, è ricordato come il rampjaar, anno del disastro.

Questa la narrazione storica. La vicenda de I**l tulipano nero ha inizio il 20 agosto 1672, il giorno dei maggiori tumulti nella città de L’Aja, quando Cornelis de Witt sta per essere avviato all’esilio, ma la situazione precipita rapidamente nella tragedia e nell’orrore. Nella cornice di questi drammatici eventi si sviluppa la storia d’amore tra due personaggi di fantasia, Cornelius van Baerle, ‘figlioccio’ di Cornelis de Witt, giovane colto, ricco e profondamente appassionato della coltura dei tulipani, e Rosa, figlia del carceriere della prigione che ospita il giovane, arrestato proprio per la sua relazione con i due fratelli uccisi. Ma altro fondamentale protagonista dell’avvincente romanzo è il tulipano nero!

Era il tempo in cui

«i Fiamminghi e i Portoghesi, invidiandosi tal genere d’orticoltura, erano arrivati a divinizzare il Tulipano e a fare di questo fiore venuto dall’Oriente ciò che mai nessun naturalista aveva osato fare della razza umana per paura di non dare gelosia a Dio.»

In Olanda il fiore era arrivato in un carico di bulbi, con una nave attraccata al porto di Anversa nel 1562; la data segnò l’inizio di una coltivazione industriale di questo fiore. E nel ‘600 esplose la ‘bolla’ dei tulipani, una passione sfrenata collettiva che aveva creato una vera bolla speculativa, forse la prima nella storia del capitalismo, con il prezzo dei bulbi che raggiunse cifre inimmaginabili e che distrusse in un giorno intere fortune. Si era creato un vero e proprio mercato dei futures, su bulbi di tulipani che venivano venduti a prezzi esorbitanti ancor prima che se ne vedesse il fiore.

Il sogno di Cornelius van Baerle era di selezionare il tulipano nero, ritenuto una chimera, scriveva Dumas, come il ‘cigno nero’ o il ‘merlo bianco’, e che avrebbe preso il nome di Tulipa nigra Barlaeensis, incoronandolo come il miglior ‘tulipaniere’ del mondo. Ma tutti i sentimenti ed il cuore di Cornelius erano profondamente divisi tra la bella Rosa e l’utopia del tulipano nero.

La narrazione, ricchissima di colpi di scena, di momenti di suspense, di intrighi, di tranelli, di assalti e fughe disperate, il tutto condito da grande ironia, rendono la lettura scorrevole e piacevolissima e, se anche i personaggi e le vicende non possono essere considerati una buona base di ricostruzione storica, tuttavia questo nulla toglie al valore del romanzo ed al piacere della sua lettura. E poi si potrebbe completare la lettura visitando il giardino / parco botanico di Keukenhof a Lisse, in Olanda, non lontano da Amsterdam, dove da aprile e maggio splende una fioritura di oltre 7 milioni di bulbi, non solo di tulipani.

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS

Dall’incipit del libro:

Il 20 agosto 1672, la città dell’Aya così vispa, così candida, così gaia che sarebbesi detto, tutti i giorni essere domeniche; la città dell’Aya col suo passeggio ombreggiato, co’ suoi grandi alberi inclinati sopra le sue case gotiche, coi larghi specchi de’ suoi canali, nei quali reflettonsi i suoi campanili a cupolette quasi all’orientale; la città dell’Aya, capitale delle Sette Provincie Unite, gonfiò tutte le sue arterie di un flusso nero e rosso di cittadini incalzantisi, affannosi, inquieti, i quali correvano coi coltelli a cintola, il moschetto sulle spalle o il bastone in mano verso il Buitenhof, formidabile prigione di cui ancor oggi mostransi le finestre inferriate, e dove, dopo l’accusa di assassinio portatagli contro dal chirurgo Tyckelaer, languì Cornelio de Witt fratello del gran Pensionario di Olanda.
Se la storia di quel tempo e soprattutto di questo anno, al cui scorcio cominciamo il nostro racconto, non fosse strettamente legata co’ due nomi che citeremo, le poche linee di schiarimento che andiamo a dare, potrebbero sembrar fuori di luogo; ma noi preveniamo sulle prime il nostro lettore benevolo, cui promettiamo di piacere alla prima pagina, e cui parliamo bene o male nelle pagine seguenti, lo preveniamo, che questo schiarimento è indispensabile, tanto alla intelligenza della nostra storia, quanto del grande avvenimento politico da cui questa storia si parte.

Scarica gratis: Il tulipano nero di Alexandre Dumas [père].