Pubblicato Istoria civile del Regno di Napoli di Pietro Giannone, volume quarto.

Dall’incipit del libro:

Il Regno di Guglielmo I non tanto per le forze d’esterior nemico, quanto per l’interne rivoluzioni dei suoi Baroni, fu tutto perturbato e sconvolto, e si rese memorabile più per le congiure e sedizioni contro la sua persona, e de’ maggiori personaggi della sua Corte, che per guerre e battaglie. Cagione di tanti mali fu l’aver voluto questo Principe dispregiare le azioni dell’ottimo padre, e permettere che lo stato della Corte, con tanta industria da colui riformato in meglio, andasse in ruina, avendo egli que’ personaggi, che Ruggiero avea tenuti per suoi famigliari, parte condennati in esilio, e parte imprigionati. Ma assai più che conveniva, avendo innalzato Majone di Bari a’ primi onori del Regno, e fattolo suo Grand’Ammiraglio, pose anche in sua mano tutto il governo del Regno: e gli fu sì caro, che dove agli altri era cupo ed austero, a costui solo era aperto e trattabile: di che offesi i principali Baroni s’alienarono da lui in maniera, che gli posero sossopra il Regno, come di qui a poco diremo.
Egli, morto il padre, ancorchè poco men, che quattro anni avesse regnato in sua compagnia, fece tosto convocare tutti i Prelati e Baroni del Regno, e si fece di nuovo solennemente incoronare in Palermo nel giorno di Pasqua di quest’istesso anno 1154. E non guari dopo tanta celebritrà, succederono le pompe e le feste per la nascita di Guglielmo suo secondo figliuolo, natogli in questo medesimo anno dalla Regina Margherita sua moglie, figliuola che fu di Garzia II Re di Navarra; poichè Ruggiero suo primogenito era nato già in vita dell’avolo.