Nel 1864 il trentaseienne Ibsen lascia la Norvegia e si trasferisce a Roma, mantenendosi con una borsa di studio. Nel 1866 pubblica il dramma Brand (qui in Liber Liber), nel quale il protagonista è un acceso predicatore integerrimo ed inflessibile; segue, l’anno successivo, Peer Gynt, mentre l’autore è ancora in Italia, tra Roma, Ischia e Sorrento.
Nel soggiorno italiano, Ibsen rimane particolarmente colpito dalle idee risorgimentali, dalle lotte per l’unità, dalla vivacità ‘politica’ italiana e concepisce forti critiche verso i suoi connazionali e verso la loro inerzia. È materia da elaborare in un’opera, che si concretizza ne La lega dei giovani, un testo su una nuova generazione radicale e progressista norvegese.
Due anni dopo, nel 1868, Ibsen lascia l’Italia, si trasferisce a Dresda e lavora alla stesura de La lega dei giovani (De unges Forbund), un testo estremamente ironico tanto da poterlo definire una commedia brillante, piuttosto che un dramma, e che, al contrario di Brand e Peer Gynt, non è in versi; conclusa l’opera (1869), l’autore viene invitato in Egitto per assistere alla cerimonia di apertura del Canale di Suez ed è proprio allora che dalla Norvegia, dove La lega dei giovani si sta rappresentando per la prima volta al Christiania Theater in assenza dell’autore, giunge ad Ibsen la notizia delle contestazioni alla sua opera, considerata un acceso attacco ai liberali.
In molti drammi di Ibsen, ed anche in questo, nella scena presente riaffiorano elementi del passato che in qualche modo vanno a turbare equilibri che il tempo sembrava aver fissato. La sua narrazione non procede cronologicamente piana, ma viene spesso interrotta da ritorni al passato. Da questa continua interazione tra passato e presente scenico si arriva alla conclusione finale. Qui, accanto alla particolare dinamica a flashback della narrazione, è presente anche un breve, lieve accenno al moto di ribellione alle convenzioni di molte donne dei drammi di Ibsen, già presente in altre opere e poi cardine del dramma Casa di bambola (Et Dukkehjem), di una decina di anni dopo. La lega dei giovani, può essere considerato il primo dramma borghese dell’autore, nel quale egli sperimenta anche uno stile del parlare corrente. È interessante riportare il concetto espresso dal critico teatrale tedesco Otto Brahm, il quale, nel suo saggio Henrik Ibsen (1886), individua un legame che collega, secondo lui, le opere di Ibsen al punto che, se un’opera rimane irrisolta, se un tema rimane in sospeso, è possibile che sia risolta nell’opera successiva. Brahm porta come esempio un sottilissimo filo conduttore che collega La lega dei giovani a Casa di Bambola e questa a Spettri (Gengangere). Può essere una particolare chiave di lettura.
L’azione, ambientata in una cittadina nel sud della Norvegia,ha inizio durante la festa popolare che il 17 maggio di ogni anno viene organizzata, ancora oggi, in tutta la nazione per celebrare l’anniversario della firma della Costituzione. L’Ottocento vede la Norvegia prima staccarsi dal regno di Danimarca, che l’aveva annessa fin dal 1536, per poi cadere sotto il dominio della Svezia. Questo passaggio, che segue anni di conflitti, venne sancito con il trattato di Kiel (gennaio 1814). Per inciso è in questa occasione che, per una non tanto banale svista nel trattato, i territori fino allora alle dipendenze della Norvegia – Islanda, Groenlandia e Isole Faroe – rimasero alla Danimarca. Il 17 maggio 1814 il principe ereditario del regno di Danimarca tentò un colpo di mano: promosse la riunione di rappresentanti di varie classi sociali norvegesi affinché dichiarassero l’indipendenza, adottassero una costituzione e eleggessero un proprio re. Il tentativo riuscì in parte: la Svezia immediatamente si ribellò al tentativo d’indipendenza norvegese e nel trattato di pace che seguì, firmato ad agosto, colui che sarebbe dovuto ascendere al trono di Norvegia avrebbe rinunciato alle sue ambizioni a patto che la Svezia avesse riconosciuto la costituzione democratica e una certa autonomia al paese appena annesso. E così accadde. Solo nel 1905, a seguito di vari e continui disordini e di un referendum, la Svezia riconobbe l’indipendenza della Norvegia.
Il testo di Ibsen quindi è scritto in un momento in cui nel suo paese dovevano, ahimè senza successo, ribollire aneliti d’indipendentismo. Personaggi dell’opera sono rappresentanti di vari ceti: l’autorità è rappresentata dal Ciambellano Bratsberg, che è la maggiore figura politica della cittadina e anche la persona più in vista come imprenditore, con i suoi figli, la nuora e le persone legate alle ferriere di cui Bratsberg è padrone: il medico Fieldbo e l’amministratore Ringdal; il ceto terriero è rappresentato dai possidenti Monsen e Lundestad; infine i personaggi jolly che intervengono a muovere le acque: Stensgard, un giovane avvocato che si è appena trasferito nella cittadina e ha la fama di possedere un gran talento e un’attenzione particolare all’interesse pubblico; Hejre, figlio di un armatore ricchissimo che aveva avuto trascorsi economici con il padre del Ciambellano e che il figlio, l’attuale Ciambellano, ha ridotto sul lastrico; Aslaksen, tipografo e proprietario del giornale sul quale scrive.
La festa è l’occasione per Stensgard di fondare la lega dei giovani:
«Noi siamo i giovani: il tempo ci appartiene, come noi apparteniamo al tempo. Il nostro diritto è il nostro dovere: largo a tutti gli spiriti che sentono il loro potere! Se voi lo volete, noi concluderemo un’alleanza. Il regno del sacco di scudi è terminato!»
In realtà le mire del giovane avvocato si rivelano tutt’altro che liberali e democratiche e l’aver pronunciato la condanna del ‘regno del sacco di scudi’ si rivelerà un suo totale passo falso. Perché nei suoi intenti rientrano un seggio al Parlamento ma anche i bei visi e i patrimoni delle belle figlie ora del Ciambellano ora dei possidenti.
Il possidente Lundestad fa riflettere il giovane avvocato:
«Studiate la cosa con attenzione. Che cosa sono questi due partiti in cui è diviso il paese? Uno è composto dalle famiglie benestanti del paese, e da coloro che hanno qualche impiego nell’amministrazione pubblica: è il mio partito: l’altro è quello della folla dei nostri concittadini più giovani, che potrebbero essi pure aspirare alla ricchezza e al potere. Ma quest’ultimo partito…. lo abbandonerete, quando sarete entrato al Parlamento, e vi sarete fatta una posizione, poichè anche questo è necessario, signor Stensgard.»
Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi
Dall’incipit del libro:
Lundestad, Ringdal. Folla numerosa.
(Lundestad porta all’occhiello le insegne del Comitato. È in piedi sul palco. Ringdal che porta le medesime insegne sta presso la tavola di sinistra).
Lund. Ed ora, miei compagni, un evviva alla nostra libertà! Noi l’abbiamo ereditata dai nostri padri; noi la trasmetteremo ai nostri figli. Evviva l’anniversario della nostra Costituzione! Evviva il 17 maggio!
La folla. Evviva, evviva, evviva!
Ringd. (mentre Lundestad scende dal palco). Evviva anche il nostro vecchio Lundestad!
Alcune voci. St! Zitto!
Molte voci. Viva Lundestad! viva il vecchio Lundestad! evviva, evviva!… (La folla si disperde).
Scarica gratis: La lega dei giovani di Henrik Ibsen.