Pubblicato La seconda e terza guerra punica di Polybius (Polibio).
Dall’incipit del libro:
Un Codice dell’Ambrosiana diligentemente scritto nel mezzo del sec. XV, cartaceo in foglio, ed appartenente un tempo a Battista Cozzarelli, indi a Muciatto Cerretani, ambedue fiorentini, porta il titolo: «La prima, seconda e terza guerra punica di Leonardo Aretino.» Consta esso di due parti distinte: la prima contiene la versione volgare, d’ignoto autore, dell’opera attribuita a Leonardo Bruni De Bello Punico, in cui narra le guerre de’ Romani co’ Cartaginesi.
Alcune edizioni di quest’opera recano in fronte il nome di Polibio come autore, come quelle di Brescia del 1498 e di Badio Ascensio fatta nel 1512 a Parigi, e quantunque l’Aretino dichiari nel suo Prologo di avere scritto la storia di quella guerra sulle tracce di Polibio e di altri scrittori greci e latini, tuttavia ei fece poco più che volgere in latino la storia dello scrittore megalopolitano, discepolo di Panezio, secondo il Suida. Secondo un Codice Mediceo Laurenziano, egli eseguì la sua versione verso il 1421, trovandovisi scritto in calce: «Leonardus Arretinus edidit Florentiae XVIII kalendas januarias MCCCCXXI,» come nota il Mehus nel Sillabo delle opere di quell’autore, del quale tessè la vita nel vol. I delle di lui lettere. Più edizioni vennero fatte di quest’opera: il Fabrizio dice che la prima apparve nel 1498 a Brescia, ma è certo che ve n’ha una anteriore, cioè del 1490; altra è di Parigi del 1512 dell’Ascensio già menzionata, poi quella di Augsbourg nel 1537. Anche la versione volgare di questa Storia, di cui pure esistono più codici mss. nelle Biblioteche, fu sovente stampata, ma ne è controverso l’autore e l’epoca in cui fu eseguita. Il Paitoni l’attribuisce a Donato Acciaioli, ma sembra che questi non abbia volgarizzato dell’Aretino che la Storia Fiorentina; altri a Lodovico Domenichi, ma questi pure caddero in errore, poichè anzitutto egli visse nel sec. XVI, e il volgarizzamento fu lavoro anteriore d’un buon secolo; d’altronde sebbene il Domenichi nell’edizione di Venezia del 1545 per G. Giolito de’ Ferrari, da lui dedicata al conte Clemente Pietra, nella dedica stessa asserisca d’aver compito pochi mesi innanzi la traduzione di Polibio, e sul frontispizio asserisca nuova la versione da lui pubblicata delle Guerre Cartaginesi, pure il testo è affatto identico a quello stampato nel sec. XV.